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Le famiglie delle vittime nelle bare di Bergamo querelano il figlio di Montesano

I familiari delle vittime nelle bare di Bergamo hanno annunciato vie legali nei confronti del giornalista negazionista, figlio di Enrico Montesano.
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Continuano le polemiche per il tweet di Tommaso Montesano, giornalista di Libero sospeso dal servizio e figlio dell'attore Enrico Montesano, negazionista nei confronti delle bare di Bergamo che trasportavano le vittime di Covid19 durante la prima drammatica pandemia. Ora, i familiari delle vittime nelle bare di Bergamo hanno annunciato vie legali nei confronti del giornalista negazionista. Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ha chiesto il licenziamento all'azienda del giornale.

Il comunicato dei familiari

"La querela riguarda simbolicamente tutti i familiari che hanno avuto i loro cari su quei camion militari", ha spiegato all'AGI uno dei familiari che aveva il padre in una di quelle bare. "Familiari che hanno per primi il sacrosanto diritto a indignarsi per un'ulteriore mancanza di rispetto per il dolore che già hanno vissuto, un altro pezzo di dignità tolta ai propri cari, quei corpi accatastati cui è stata negata, la dignità della sepoltura e che erano invece trasportati con rispetto e dignità dai militari che quei camion guidavano".

I reati ipotizzati

Tra i reati ipotizzati, quello di vilipendio contro la pietà dei defunti oltre alla diffamazione aggravata. "Palese l'intento vergognosamente offensivo e diffamatorio del signor Tommaso Montesano", si legge nella querela, "tanto più grave perché attuato nello svolgimento della professione giornalistica e amplificato per mezzo di un social network, teso a negare una delle verità storiche più tristi del dopoguerra e a offendere non solo la sottoscritta ma anche la memoria di quei feretri, di quelle vittime morte nell'abbandono dai propri cari. L'unico suo fine era quello di screditare e infamare le vittime e con esse il dolore di tutti i familiari al solo esecrabile fine di abbracciare teorie negazioniste pericolose anche sotto il profilo dell'incitamento all'odio e della stessa salute pubblica". 

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