È morto Frank Caprio, il giudice star della TV aveva un cancro al pancreas: l’ultimo messaggio dall’ospedale

Frank Caprio è morto a 88 anni. Il giudice del programma Tv americano “Caught in Providence” aveva un cancro al pancreas. Ad annunciare la notizia della morte, la famiglia in un post pubblicato sui profili social ufficiali dell'uomo: "Il giudice Frank Caprio si è spento serenamente all'età di 88 anni dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro un cancro al pancreas".
L'ultimo video poche ore prima della morte
Poche ore prima della morte, il giudice Frank Caprio ha diffuso su Instagram un video in cui ha chiesto a tutti di sostenerlo con la preghiera. Le sue parole, pronunciate su un letto d'ospedale, sono state:
Lo scorso anno vi ho chiesto di pregare per me ed è ovvio che lo abbiate fatto perché ho attraversato un periodo molto difficile. Purtroppo ho avuto una battuta d'arresto e sono tornato in ospedale. Oggi torno da voi a chiedervi di ricordarmi nelle vostre preghiere, vi chiedo di nuovo – se potete – di pregare per me. Credo nel potere della preghiera. Penso che l'Onnipotente ci protegga dall'alto, perciò ricordatevi di me per favore.
Poi ha ringraziato tutti per l'affetto e il sostegno che gli hanno manifestato. Poche ore dopo, la notizia della morte.
Il ritratto del Giudice Frank Caprio tracciato dalla famiglia
La famiglia ha tracciato un ritratto del giudice Frank Caprio, ricordandolo come un uomo compassionevole, umile, gentile, con grande senso dell'umorismo e che credeva nella bontà delle persone. Con il suo lavoro fuori e dentro il tribunale ha toccato tantissime vite:
Sarà ricordato non solo come un giudice stimato, ma anche come un marito, padre, nonno, bisnonno e amico devoto. In suo onore, ognuno di noi si impegni a portare un po' più di compassione nel mondo, proprio come faceva lui ogni giorno.
L'idea di giustizia di Frank Caprio
Nel 2023, Frank Caprio rilasciò un'intervista a Fanpage.it nel corso della quale parlò della sua idea di come la giustizia dovesse operare:
Credo che la giustizia debba basarsi anche sul vissuto delle persone. Condannare qualcuno senza valutare il perché delle sue azioni e i suoi bisogni non è giustizia. Durante i miei processi non trattiamo reati particolarmente gravi come omicidi o truffe, si tratta sempre di reati minori e per questo valuto molto bene chi ho davanti e cosa ha vissuto per arrivare in quell'aula di tribunale.