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Chiara Ferragni su Ddl beneficenza: “Così si evita rischio di desistere per paura di fare un illecito”

Via libera al cosiddetto ddl Ferragni, il Cdm ha varato nuove regole per evitare che attività di lucro si nascondano dietro la maschera della beneficenza. Sanzioni fino a 50mila euro. Il commento di Chiara Ferragni.
A cura di Daniela Seclì
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Dopo il caso Balocco, è stato approvato il Ddl Ferragni. Il Cdm ha varato nuove regole con lo scopo di rendere più trasparenti le iniziative benefiche, obbligando a indicare il destinatario della beneficenza e anche il modo in cui si intende utilizzare i fondi raccolti. Previste multe da 5mila a 50mila euro, nei casi più gravi c'è la sospensione dell’attività. In queste ore, Chiara Ferragni ha commentato la notizia.

Ddl Ferragni, il commento di Chiara Ferragni

In una nota diffusa da Agi, Chiara Ferragni – finita al centro delle polemiche dopo essere stata indagata per truffa aggravata – ha commentato il via libera al Ddl Ferragni con il quale si intende ridare trasparenza alle attività benefiche. L'imprenditrice ha dichiarato: "Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo". E ha continuato:

Quanto mi è accaduto, mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali. Questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall'altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura di essere accusato di commettere un'attività illecita.

Cosa prevede il ddl Ferragni

Ma cosa prevede il ddl Ferragni? Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato che il ddl disciplina "l'obbligo di riportare sulle confezioni, anche tramite adesivi, alcune informazioni specifiche tra cui l'importo complessivo destinato alla beneficenza, ovvero il valore percentuale sul prezzo di ogni singolo prodotto". Al centro di tale scelta, la trasparenza dovuta al consumatore che deve sapere "con certezza quale parte del ricavato vada a iniziative solidaristiche". Infine, chi attiva queste iniziative benefiche deve comunicare la propria intenzione a Antitrust, occorrerà anche chiarire "il termine entro cui è stato effettuato il versamento dell'importo".

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