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Morte Michela Murgia

Chi è Lorenzo Terenzi, il marito di Michela Murgia sposato in articulo mortis

Regista, attore, musicista, ecco chi è Lorenzo Terenzi che ha sposato Michela Murgia in articulo mortis.
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Negli ultimi mesi il nome di Lorenzo Terenzi, attore, regista e musicista è stato legato indissolubilmente a quello di Michela Murgia più che al suo lavoro. Terenzi, infatti, è il marito della scrittrice, sposata in articulo mortis, locuzione usata per un matrimonio contratto in extremis, come accaduto per la scrittrice, morta il 10 agosto a causa di un cancro al rene. La scrittrice aveva annunciato il matrimonio durante l'intervista al Corriere della sera in cui aveva anche parlato della malattia ormai incurabile. Poche settimane dopo ha mantenuto la promessa e si è sposata civilmente con Terenzi, sebbene controvoglia, e non per l'uomo, quanto per il fatto che fosse l'unico modo per garantirsi dei diritti a vicenda, come ha spiegato lei stessa su Instagram.

Chi è Lorenzo Terenzi, marito di Michela Murgia

Lorenzo Terenzi è un musicista, attore, regista di 35 anni, nato a Firenze nel 1988 si è diplomato al teatro Stabile di Genova, lavorando sia a teatro che al Cinema. È stato diretto da registi come Silvio Soldini ne "Il colore nascosto delle cose" e con Roberta Torre ne “Mi fanno male i capelli”. A teatro ha spaziato dal Macbeth di Shakespeare al Cyrano de Bergerac, lavorando anche come assistente alla regia di Gabriele Lavia e Veronica Cruciani nello spettacolo "Quasi grazia" in cui recitava anche Michela Murgia nei panni di Grazia Deledda. È ì che i due si sono conosciuti permettendo a Terenzi di entrare nella sua famiglia queer.

Il matrimonio in articulo mortis di Michela Murgia e Lorenzo Terenzi

Su Instagram Murgia spiegò così i motivi del matrimonio: "Lo abbiamo fatto “in articulo mortis” perché ogni giorno c’è una complicazione fisica diversa, entro ed esco dall’ospedale e ormai non diamo più niente per scontato. Lo abbiamo fatto controvoglia: se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato, che ci costringe a ridurre alla rappresentazione della coppia un’esperienza molto più ricca e forte, dove il numero 2 è il contrario di quello che siamo (…). Tra qualche giorno nel giardino della casa ancora in trasloco daremo vita alla nostra idea di celebrazione della famiglia queer. Le nostre promesse non saranno quelle che siamo stat3 costrett3 a fare l’altro giorno".

Nel giorno della scomparsa della scrittrice Terenzi ha voluto ricordarla con un post in cui ha scritto: "Non si poteva scegliere foto migliore per onorare la sua morte. Il segno di vittoria rappresenta che lei vince sulla morte perché ha vissuto pienamente la vita circondata dalle persone che le volevano bene. Da vicino e da lontano. Una vita coerente che continua nei suoi libri e nei suoi pensieri tanto generosamente ha condiviso. Questo apre le porte ad essere eterni".

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