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Carolina Marcialis, moglie di Cassano: “Mio figlio insultato. Volevo polverizzare bambino e genitori”

Carolina Marcialis racconta la disavventura vissuta dal figlio durante un’amichevole di calcio. “Gli hanno urlato ‘Cassano su**’. Il mio primo istinto è starti quello di polverizzare bambino, genitori e allenatore”.
A cura di Stefania Rocco
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Carolina Marcialis, pallanuotista e moglie di Antonio Cassano, racconta la disavventura vissuta dal figlio. La sportiva e l’ex campione id calcio sono diventati genitori di Christopher, nato nel 2011, e Lionel, nato nel 2013. È proprio la pallanuotista a seguirli passo dopo passo, sia con la scuola che negli sport. Di recente, Marcialis ha raccontato che proprio durante una partita di calcio disputata dal primogenito, è stata costretta a contenersi dopo gli insulti ricevuti dal figlio. Un esercizio di pazienza necessario che le ha permesso di comprendere di doversi fare da parte per lasciare che sia il figlio a imparare a difendersi da solo.

La disavventura del figlio di Antonio Cassano

Non puoi proteggerli mai realmente come vorresti quindi bisogna insegnargli fin da piccoli come non farsi investire da ciò che li circonda”, ha raccontato Carolina ai suoi follower sui social per poi entrare nel dettaglio della vicenda, “Ha giocato un’amichevole e ha perso. Nello spogliatoio della squadra avversaria un ragazzino gli ha urlato: ‘Cassano su*a'. Se avessi reagito come Carolina sarei andata di là e avrei preso il bambino, i genitori e l’allenatore e li polverizzavo”. È stato il figlio, subito dopo il match, a tranquillizzare la madre e a dimostrarle resilienza:

Quando è uscito mio figlio ho parlato con lui e lui mi ha detto: “Mamma ho fatto un gol e sono un 2011… loro 2009. Vedremo tra qualche anno!”. E lì ho capito che non riuscirò mai a proteggerli da tutti ma posso insegnare loro a reagire e soprattutto a non diventare persone vuote e cattive.

La decisione di tornare a vivere a Genova: “Non è stato il massimo”

Carolina ha quindi concluso con una riflessione amara che ha tradito il pentimento provato di fronte alla scelta di tornare a vivere a Genova: “È da quando ho 17 anni che vivo con in sottofondo un costante commento o giudizio positivo e negativo della gente. Diciamo che sono abituata. Tornare a vivere a Genova non è stato il massimo perché purtroppo è come vivere in un paesino e quindi il commento… è d’obbligo!”.

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