Barbara Berlusconi: “Ho l’ADHD e ho sofferto di depressione. In politica? Mai, non basta il cognome”

Barbara Berlusconi rompe il silenzio su due battaglie personali che ha tenuto lontane dai riflettori per anni. A 41 anni, madre di cinque figli e impegnata nella sua Fondazione, la primogenita di Silvio Berlusconi racconta un percorso fatto di diagnosi tardive, terapia e la decisione definitiva di non seguire le orme paterne in politica. Parliamo della scoperta dell'ADHD e di aver sviluppato una forma di depressione.
La scoperta dell'ADHD
"Ho scoperto di avere l'ADHD, un disturbo del neurosviluppo", racconta senza giri di parole al Corriere della Sera. La diagnosi è arrivata in età adulta, dopo anni trascorsi a interrogarsi su una "fatica profonda" che non riusciva a spiegarsi. "Da adulta è stato faticoso accettarlo, ma anche liberatorio. Dare un nome alle cose cambia tutto."
Il punto di svolta è stato smettere di attribuirsi colpe che non aveva: "Non era dunque una mia colpa, non era mancanza di volontà… Ho solo una struttura mentale diversa dove tempo, organizzazione e concentrazione funzionano in un altro modo." La spinta decisiva a indagare è arrivata proprio dalla maternità. Uno dei suoi figli presenta difficoltà simili: "Per questo mi sono detta che dovevo comprendere prima di tutto me stessa per poter davvero aiutare lui."
Barbara Berlusconi è stata in terapia per la depressione
Prima della diagnosi di ADHD, c'è stato un periodo ancora più buio. "Dieci anni fa è cominciata una depressione impegnativa, durata a lungo", rivela. Non è stata una scelta spontanea quella di chiedere aiuto: "A un certo punto me lo sono imposta. Ho fatto tanta terapia. Per molto tempo non capivo."
Due battaglie parallele – depressione e ADHD – che hanno richiesto anni per essere comprese e affrontate, ma che oggi rappresentano una consapevolezza conquistata.
Il no alla politica: "Non è una staffetta"
Sul fronte politico, la posizione è netta. Nonostante le pressioni e i "ragionamenti messi in piedi da altri, non da me", Barbara esclude categoricamente di scendere in campo: "Non lo farò. È una responsabilità enorme, non è una staffetta. Pensare di entrarci solo per il cognome non ha senso". Tra le donne che stima c'è anche la Presidente del Consiglio: "Giorgia Meloni, sotto il profilo storico ha segnato un prima e un dopo. È la prima donna presidente del Consiglio in Italia. A livello personale e professionale la stimo. Poi: la pakistana Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Nobel per la Pace".