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Alda D’Eusanio: “Sono arrivata a pesare 34 chili, avevo smesso di mangiare e di bere”

Alda D’Eusanio racconta il drammatico periodo seguito alla scomparsa del marito Gianni Stadera, morto a 56 anni: “Avevo smesso di mangiare e di bere, sono arrivata a pesare 34 chili”.
A cura di Stefania Rocco
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Ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, Alda D’Eusanio racconta il drammatico periodo seguito alla morte del marito Gianni Stadera, scomparso a soli 56 anni. “Quanto eravamo felici… Mio marito è morto in quindici giorni a soli 56 anni. Non è giusto”, ha confidato la giornalista guardando scorrere sullo schermo le foto del lungo legame con Stadera. Il sociologo, scomparso nel 1999, fu il primo preside della facoltà di Sociologia della Sapienza. “Quando ho saputo che era malato sono entrata nella fase di shock in cui credo di essere ancora e sono diventata una donna di dolore. Sono serena e vivo la mia vita, ma la verità e che non sarò più una donna felice”, ha raccontato la donna, “La fortuna è quando tu incontri l'uomo giusto e sei amata dall'uomo giusto nel modo giusto”. “Sono innamorata”, risponde quando Bortone le chiede se abbia mai pensato di avere un’altra storia, “Sono ancora innamorata di mio marito”.

Alda D’Eusanio: “Il neuropsichiatra che avrebbe dovuto aiutarmi”

Il periodo che seguì la morte del marito fu drammatico per la giornalista: “Ero andata da un neuropsichiatra perché ero arrivata a pesare 34 kg. Non mangiavo e non bevevo. Allora le mie amiche mi hanno fissato un appuntamento con questo neuropsichiatra che mi avrebbe fatta entrare nel tunnel dei psicofarmaci perché io ero morta”.

“Il mio pappagallo mi ha salvata dalla depressione”

A salvarla dalla depressione, confessa Alda, è stato l’incontro con Giorgio, il pappagallo diventato oggi il suo compagno di vita. Il colpo di fulmine scattò lo stesso giorno in cui dell’appuntamento di D’Eusanio con il neuropsichiatra che avrebbe dovuto aiutarla:

Sono arrivata in anticipo e l'infermiera, vedendomi agitata, mi ha detto “Faccia una passeggiata e torni tra mezz'ora”. Passeggiando sono entrata in questo negozio di animali e c'era Giorgio, questo pappagallo, che aveva un occhio chiuso e cercava di strapparsi le penne… Lui voleva morire. Io ho riconosciuto in lui il mio stesso dolore. Ho cominciato a dargli da mangiare e lui mangiava. Allora il proprietario mi fa “Ma lei si deve pigliare Giorgio, gli fa una cura antidepressiva e poi me lo riporta” (…) Mi sono ritrovata in macchina con un pacco di semi di girasole e Giorgio. Senza andare più dal neuropsichiatra. Giorgio mi ha salvata dalla depressione.

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