Adinolfi ad Alfonso Signorini dopo la denuncia di Medugno: “Cambi strategia, ammetta e collabori”

Mario Adinolfi torna a commentare il caso Signorini dopo l’iscrizione del conduttore nel registro degli indagati della Procura di Milano, un atto dovuto legato alla denuncia di Antonio Medugno. Il giornalista rivolge al conduttore un appello pubblico, invitandolo a rivedere la propria strategia difensiva e a collaborare con i magistrati.
L'appello di Mario Adinolfi
Adinolfi ripercorre le ultime settimane, segnate dalla diffusione della puntata di Falsissimo di Fabrizio Corona e dalle successive reazioni di Signorini. Secondo il giornalista, inizialmente il conduttore avrebbe tentato di ignorare le accuse, continuando a presenziare in tv per promuovere il suo libro. In un secondo momento, invece, sarebbero entrati in campo i legali con la minaccia di querele verso chiunque avesse parlato della vicenda. Da qui l’invito a un ulteriore cambio di passo: “Ora il mio consiglio, da cattolico a cattolico, è di cambiare ulteriormente strategia e di collaborare con i giudici a scoperchiare quel che di marcio c’è nel sistema televisivo dove il sesso è spesso usato come moneta di scambio”. L’appello finale è ancora più diretto: “Se Signorini è il cattolico che ha sempre proclamato di essere, saprà che deve muoversi seguendo il comandamento e liberandosi la coscienza”.
Signorini nega le accuse
Al momento, va precisato, non risultano conferme esterne a quelle di Medugno o riscontri giudiziari alle sue dichiarazioni. L’iscrizione di Signorini nel registro degli indagati rappresenta un passaggio tecnico legato alla denuncia, non un giudizio di colpevolezza. Il conduttore, tramite i suoi legali, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nei fatti contestati, ribadendo la propria estraneità alle accuse. Nonostante ciò, Adinolfi insiste sul valore pubblico della vicenda e sulle sue possibili conseguenze culturali. “Questa è una grande occasione per l’Italia come è stato il movimento ‘Metoo’ per lo star system americano”, afferma, aggiungendo: “Non vorrei che poiché questo italiano è in salsa arcobaleno ci fosse qualche schema woke che fa scattare omertà e censure preventive in ossequio al politicamente corretto”.