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Wladimiro ‘Quello delle suonerie’: “I 2000 erano anni spensierati, i social hanno cambiato tutto”

Wladimiro Tallini è ricordato da tutti per gli spot delle suonerie per telefonini. “Mi divertivo tanto, fino a quando non sono arrivate le minacce sui social. La gente mi criticava per invidia, perché ero molto esposto”, spiega a Fanpage.it. “Anni prima venni associato per errore a Wanna Marchi, persi il lavoro. Ne sono uscito rafforzato”.
A cura di Giulia Turco
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È ricordato da tutti come "Quello delle suonerie", il volto più popolare degli spot sulla tv commerciale degli anni 2000. Dalle suonerie polifoniche a quelle personalizzate con il proprio nome, dal gattino Virgola alla Rana pazza, fino al tormentone del 2006 in occasione dei Mondiali (‘Materazzi ha fatto gol'). Le suonerie per i cellulari hanno segnato un'epoca, inutile negarlo.

Sono passati 20 anni e in un lampo dai telefoni "con i tasti" Wladimiro Tallini è sbarcato su TikTok. Lo abbiamo invitato nella redazione di Fanpage.it per farci raccontare che fine ha fatto quel ragazzo con in mano il telefonino, che ha continuato a dividersi tra radio e televisione senza farsi mancare nulla, ma proprio nulla.

Oggi ama il suo lavoro e sorride con piacere all'idea di essere il volto di quella "operazione nostalgia" degli anni 2000 per tanti ragazzi. Rifarebbe tutto, anche se la visibilità ha portato con sé una valanga di odio e cattiveria, talvolta. Una cosa è certa: oggi gli haters sui social non gli fanno nessun effetto.

Wladi, sei stato tra i primi a prestare il volto agli spot per le suonerie. Come nacque quell'opportunità?

È tutto nato da un casting, sono stato chiamato da un amico, un collaboratore. Mi ha detto ‘ Stanno cercando un testimonial per un prodotto completamente nuovo'. Ho accettato ed è andata bene. Io mi divertivo tanto, si lavorava tantissimo perché ne registravamo molti, di spot. Era divertente. Poi c'erano le prese in giro, ma ci mancherebbe. Ci poteva stare.

"Mario, rispondi…". Ma eri tu a registrare tutte le suonerie personalizzate?

No, no, non ero io! C'era un ragazzo che cantava e che ne faceva diverse versioni con tutti i nomi, ma li faceva tutti veramente. Io ero l'immagine. Anzi, ho dimenticato il telefonino. Potevo portarlo, ce l'ho ancora quello dell'epoca. Potevo portarlo, così almeno avrei sbloccato un ricordo (ride, ndr).

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Sì, però in molti sono rimasti "ingannati" da quegli spot, finendo per sottoscrivere e pagare abbonamenti mai richiesti… ai tempi lo sapevi?

Non erano ingannevoli, perché era tutto ben specificato. Lo dicevamo nello spot, in più era scritto. Poi i ragazzini, furbi, riuscivano ad avere la suoneria e a togliere l'abbonamento immediatamente. Erano servizi telefonici aggiunti come tanti, ce li avevano tutti. Non eravamo solamente noi. C'erano per le notizie, per il meteo, poi c'erano anche le suonerie e quelle hanno avuto più visibilità.

Hai mai avuto la percezione che la tua immagine venisse "sfruttata" in senso negativo? 

No, assolutamente. Sapevo cosa stavo facendo, non mi ha obbligato nessuno, anzi rifarei tutto. Mi chiedono tutti se mi sono pentito, ma la verità è che io mi sono divertito. Era un periodo decisamente più bello e spensierato rispetto ad oggi.

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Poi però sono arrivati i social… e le prime minacce su Facebook. Perché ce l'avevano così tanto con Wladi?

Eh.. lì mi sono reso veramente conto di quanto la cattiveria possa portare una persona ad odiarne un'altra, forse per insoddisfazione, non lo so. Non c'era una cosa bella in quel periodo che mi potessero dire. Negli anni mi sono dato delle risposte. Wladi era tanto in onda con quegli spot. In una fascia andavano anche in onda tre volte…

Fino a quando ti hanno fatto recapitare dei proiettili in una busta. Cosa può spingere una persona a tanto?

Me lo chiedo ancora oggi…Quella è stata la parte che più all'epoca mi ha spaventato, però mi ha fortificato. Sono riuscito a superare quello che non mi aspettavo. Ero un ragazzo come tanti, che un giorno torna a casa e la portinaia gli dice ‘Wladi è arrivato un pacco per te'.

Ti va di raccontarci quel momento?

Apro questa busta e all'interno c'erano i proiettili, oltre ad un foglio A4 tagliato a metà con disegnata una cassa da morto. Se fosse stato per me oggi nessuno saprebbe nulla, perché era un argomento chiuso. Un giornalista però, dopo diversi mesi, mi contatta. Io ero a casa di mia mamma in Liguria. Mi telefona dicendomi: ‘Ho visto un fascicolo che ti riguarda'.

Cosa sapeva, di quella vicenda?

In realtà quasi nulla. Non sapeva dei proiettili, ma fin lì solo delle minacce sui social. Ad ogni modo gli chiedo se poteva non parlarne. Mi ha detto che se non lo avesse fatto lui lo avrebbe fatto un altro. Così una sera, a mezzanotte in piazza Castello a Torino, compro la stampa per vedere se c'era il mio articolo nella cronaca locale.  Prima pagina, ‘Minacce di morte all'uomo delle suonerie'. Ero in primissima pagina. Poi sfoglio il giornale. C'era una pagina intera che parlava di me. Lì, in un attimo, tutto è cambiato.

Come ti ha fatto sentire vedere quella vicenda in prima pagina?

Diciamo che il Wladi sorridente, carino delle suonerie, a un certo punto è cambiato. Ho avuto un crollo emotivo. Ho chiamato una collega per sfogarmi: "Possibile che si parli di me solo per queste minacce?'. È stato un momento buio.

Le minacce, almeno, da allora si sono placate?

Non proprio. C'era una rassegna stampa che mi aveva già dato per morto. Quella mattina, mentre camminavo in centro a Torino, in via Roma, un uomo mi salta addosso e mi dice: "Non hai paura?? Ho visto la tua intervista….". Lì mi sono veramente chiesto, ma perché?!

Molti anni prima invece hai passato "i guai" per un articolo de La Stampa che ti ha associato a Wanna Marchi per via di una televendita con una cartomante. L'hai mai conosciuta?

No, mai conosciuta… ma è successo il caos. Il giornalista (sempre lo stesso che anni dopo avrebbe scritto delle minacce) fotografò il fermo immagine di una mia trasmissione. All'epoca conducevo una televendita insieme ad una cartomante che andò in onda su una tv nazionale. Lo scatto finì a corredo di un articolo che parlava del caso Wanna Marchi, ma non aveva nulla a che fare con noi, non venivamo neanche nominati.

E che ripercussioni ha avuto sul tuo lavoro questo errore?

Mi hanno tolto il lavoro (ride, ndr). Io non ne sapevo niente. Un giorno per strada un uomo mi ferma e mi dice ‘Adesso cosa fai, scapperai come Do Nascimento?'. Io non capivo. Quando in tv incontrai l'editore mi disse ‘Complimenti per la foto'. Mi hanno messo in stand-by. Hanno tolto Wladi a condurre le trasmissioni. Avevo un salotto e ha messo un'altra persona a condurla. Io ero in redazione, facevo altro.

Tutto fortifica. Adesso sei ancora ricordato da tutti. Sei finito anche su Tik Tok. 

Sì ed è successo grazie al tiktoker Matteo Barresi, è lui che mi ha portato su Tik Tok. Ci sono, anche se vorrei esserci di più. Faccio quello che posso. Facendo radio e tv sono in onda tutti i giorni, è davvero un bell'impegno, un lavoro vero e proprio. Anzi stimo moltissimo i creator di oggi.

E agli hater oggi come rispondi?

Non rispondo, proprio perché non ho tempo. Comunque non me ne frega più nulla. Anzi, faccio presente una cosa a tutti quanti coloro che dicono ‘Ah, come è cambiato!'. Ragazzi, ero un ragazzino, adesso sono cresciuto. Ogni tanto mi chiedo ‘Ma colui che ha scritto così, prima com'era'??

Hai qualche progetto in serbo legato ai social?

Vorrei, ci penso spesso, probabilmente lo farò. Oggi i social la fanno davvero da padrone, anche i successi discografici ad esempio passano da TikTok… chissà, vediamo. Intanto ci sono. Di sicuro non posso più vendere suonerie (ride, ndr). O magari mai dire mai, visto che tutto torna…

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