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Wanda Fisher dopo lo scambio di persona con Ivana Spagna alla camera ardente di Vanoni: “Ho detto tre volte che non ero lei”

Dopo l’errore dell’Ansa e del Tg5 alla camera ardente di Ornella Vanoni, Wanda Fisher racconta a Fanpage.it: “Non sono la sosia di Ivana Spagna, questo equivoco mi ha distrutto. Ai giornalisti ho detto più volte che io ero Wanda Fisher”.
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Lo scambio di persona alla camera ardente di Ornella Vanoni ha riaperto una ferita mai rimarginata. Wanda Fisher, scambiata dall'ANSA e dal Tg5 per Ivana Spagna, ha raccontato a Fanpage.it la sua versione dei fatti. "Io non sono una sosia", esordisce senza giri di parole. "Questa storia mi ha rovinato la carriera. Mi hanno chiuso tutte le porte". E in risposta a chi l'ha accusata di aver sfruttato l'occasione per farsi notare, ecco cosa dice a Fanpage.it: "Mi hanno detto "Ivana, senti, noi vorremmo…". Io li ho subito fermati: "No, ragazzi, io non sono Ivana, io sono Wanda Fisher". L'ho detto tre volte il mio nome, tre volte". 

La conversazione diventa l'occasione per ricostruire questo equivoco: "Era la stagione del boom dei sosia con Gigi Sabani. Mi proposero con insistenza di provare, ma io avevo già una mia carriera come cantante". E il rapporto con Ornella Vanoni: "C'era un legame, ho fatto diversi cori con lei, come con tutti. Anche per Barbra Streisand".

Wanda, partirei da una domanda semplice: come mai eri al funerale di Ornella Vanoni?

Ero al funerale della Vanoni perché c'era un legame con lei, ho fatto diversi cori. Hanno detto che ero lì per farmi pubblicità, questa cosa mi ha fatto molto male. Purtroppo, la mia è una condanna, quella della somiglianza con Ivana Spagna.

Quando si sono avvicinati i cronisti del TG5 ti hanno chiamato Ivana o si sono solo avvicinati dando per scontato che tu fossi lei?

No, no, subito mi hanno detto "Ivana, senti, noi vorremmo…". Io li ho subito fermati: "No, ragazzi, io non sono Ivana, io sono Wanda Fisher". L'ho detto tre volte il mio nome, tre volte. Io mi sono sempre comportata così. Guarda, sai quante volte non posso andare in una pizzeria, non posso andare in un ristorante che l'indomani sui giornali scrivono "Ivana Spagna"? Ma ti rendi conto?

Mi dicevi che avevi collaborato con la Vanoni?

Certo, qualche coretto l'ho fatto con lei, sai cose così. Però perché io lavoro un po' con tutti, no? Quindi è capitato anche con lei. Come Ornella, non ce ne saranno mai più. L'ho sempre adorata e quindi sarà sempre nel mio cuore questa donna, sempre. Io quando la sentivo cantare apprezzavo la sua estensione. Sapeva andare su con una naturalezza incredibile. Io l'ho sempre amata, sempre. Per questo, questa storia mi ha fatto tanto dispiacere.

A beneficio di chi magari ascolta questa storia, quella della diatriba tra te e Ivana Spagna, per la prima volta, proviamo a chiarire una volta e per tutte: sei o non sei la sosia di Ivana Spagna?

Tutto nasce con il programma di Gigi Sabani "Per una notte". In quella stagione scoppiò in tutta Italia la mania dei sosia. Per anni, ho rifiutato di fare questo tipo di partecipazioni. Molti artisti amici miei, però, misero su uno spettacolo proprio dedicato ai sosia. Fino a che poi non sono andata a fare queste serate, ma io, a differenza degli altri, non ho mai accettato né di truccarmi né di cambiarmi look come Ivana. Perché io mi presentavo esattamente così. Il mio stile è sempre stato questo.

Però, hai cantato canzoni sue durante la tua carriera. 

Certo. Ho fatto serate tributo a Ivana per un breve periodo. Poi tutto quello che è venuto fuori è stato un circo mediatico anche esagerato.

Sei stata anche da Barbara D'Urso per un confronto diretto. Era il 2016. 

Si dovevano fare tre, quattro, cinque puntate di show dalla D'Urso. E tra l'altro lì non sono stata neanche rappresentata bene perché non avevo un agente, non avevo nessuno. Sono stata sfruttata e spremuta come un limone, poi buttata via. Dopo quel momento, la cosa brutta è che all'improvviso tutti i contatti si sono chiusi. Tutto questo accostamento mi ha penalizzato enormemente perché ormai associano il mio nome a un marchio di sosia.

E non è così?

In un primo momento è stato così, ma poi io sono sempre stata un'artista a sé stante e ho continuato ad esserlo.

Hai mai pensato, dato tutto questo equivoco, di cambiare il tuo aspetto? 

Come no! Una volta a Verissimo, la Parodi mi disse: "Guarda, sai cosa devi fare? Cambia pettinatura, fatti nera". Quando ero ragazzina, ero castana. Venendo a Milano, io ho studiato un mio look. Ma io non ho mai saputo che esistesse una Ivana Spagna, io non lo sapevo, non ho mai visto lei, non sapevo chi fosse, non sapevo niente di lei. Io so come ero vestita io. Mi ricordo bene, io c'avevo questi capelli biondi platino, nel mio modo, capisci? Avevo il mio modo di vestire, avevo la mia me. Io non ho mai saputo niente di Ivana Spagna. Ma poi, io ti voglio dire una cosa. La Rettore anche lei è bionda platino. Ma tu hai mai pensato che la Rettore deve cambiare il colore perché esisteva già Patty Pravo che era bionda platino? È una roba assurda.

Quindi tu la somiglianza con Ivana Spagna non l'hai mai cercata?

Ma certo che no. Sono nata con questo mio aspetto, con questo mio naso. Ho così la struttura del mio viso, della mia faccia, che probabilmente le somiglia o comunque mi fa somigliare a qualcuna. E poi, lasciami dire, che io sono fatta così di natura. Lei ha fatto anche la plastica, mi ricordo bene, perché me la ricordo che aveva il naso un po' più così.

Nel 2022, però, tu hai partecipato a uno scherzo de Le Iene, quello di far credere che tu fossi Ivana Spagna a "Una voce per San Marino". Quindi anche lì, sei stata tu in parte a innescare un po' quel meccanismo, no?

All'inizio non mi avevano detto nulla. Sono stata corteggiata per un giorno intero da Stefano Corti e Giovanni, l'autore delle Iene, che si sono presentati direttamente a casa mia per tutta la giornata. Mi hanno fatto un'intervista di tre ore probabilmente. Eravamo sfiniti, eravamo ormai arrivati all'ora di pranzo e questi non se ne andavano. Praticamente hanno concluso l'intervista dicendomi "Wanda, fidati di me, ti cambieremo la vita, ti portiamo a San Marino". E ci fanno preparare le basi. Dovevo cantare un pezzo di Ivana Spagna.

E tu?

Dissi "Scusate, ma perché devo cantare? Io ho i miei brani, perché devo cantare questo?". E comunque è andata così. A metà percorso sull'autostrada iniziai a capire qualcosa, perché lui registrava di nascosto e istigava le persone a scambiarmi per Ivana Spagna. Arrivati in hotel, che poi non era un hotel ma eravamo segregati in un posto dove non prendeva neanche internet ed eravamo isolati, a quel punto abbiamo capito che era uno scherzo a Ivana Spagna. Tra l'altro io non sono stata neanche pagata per fare questa cosa.

I rapporti con Ivana Spagna come sono?

Sono sempre stati sereni. Ci siamo sempre scritte in privato, ci siamo scambiate gli auguri di compleanno, di Natale, ci sentivamo. Soprattutto io la contattavo per fare i complimenti quando vedevo i nuovi brani. E all'improvviso è tornato di nuovo tutto come prima. E la cosa peggiore è che non mi offrono la possibilità di replica. Parlano male di me in tutti i salotti.

Chi è che non ti offre possibilità di replica? 

Ho chiamato la Fagnani, ho chiamato la Balivo, Pierluigi Diaco. Nessuno mi risponde. Alfonso Signorini mi voleva per il GF VIP e improvvisamente non mi ha più risposto, come se il mondo dello spettacolo per me non avesse altro ruolo ritagliato che quello di terzo incomodo. Avevo chiamato Amadeus per un omaggio al cinquantesimo di Lucio Battisti, mi dice sì, poi mi dice che non ha più tempo. Volevo fare un omaggio con "Il mio canto libero", poi l'ha fatta con Morandi senza neanche dirmi grazie per l'idea. Anche La Venier non risponde più ai messaggi, perché per tutti ormai sono diventata associata a Ivana e siccome per avere Ivana non puoi avere me, allora preferiscono avere Ivana. Perché paragonano l'originale all'imitazione. Invece non si tratta di imitazione, qua si tratta di un prodotto esclusivo che può parlarti di Raffaella Carrà, di Mina, di Battisti, della Vanoni, di tutti. Ho registrato perfino con Barbra Streisand negli studi di Los Angeles.

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