Stefania Picasso, moglie di Franco Gatti: “Mia sorella mi avvisò della morte di mio figlio. Mio marito mi parla”

Stefania Picasso, moglie di Franco Gatti dei Ricchi e Poveri, ha parlato in qualche occasione in tv della sua capacità di mettersi in contatto con i propri cari scomparsi — “passati nell'altra dimensione”, come li definisce lei — attraverso la scrittura automatica. Un argomento complesso, soprattutto se a parlarne è una madre che ha perso un figlio di appena vent’anni e che, grazie a questa pratica, è certa di poter ancora comunicare con lui.
Fanpage.it ha intervistato Stefania per approfondire il fenomeno, ascoltandone la voce diretta: le sue certezze, le ragioni che la muovono e anche i suoi dubbi. Con una premessa: architetto di professione, non ha mai guadagnato un solo euro da questa facoltà, né ha mai chiesto o accettato offerte da altri genitori che, come lei, cercano un modo per sopravvivere alla perdita di un figlio. Di seguito, il suo racconto, esattamente come ce lo ha affidato, comprese le incertezze che non ha mai negato di avere:
Qual è stata la prima volta che hai fatto scrittura automatica?
La prima volta è stata dieci giorni prima della morte di mio figlio. A mandarmi quel messaggio era stata mia sorella, morta a trent’anni. All’epoca non riuscii a interpretare cosa volesse dirmi. Solo dopo la morte di Alessio ho capito che mi stava anticipando la sua scomparsa. Volevano avvisarmi.
Posso chiederti tecnicamente in che modo ricevesti quel primo messaggio e come li ricevi oggi?
Mi dedico alla ricerca spirituale da circa quarant’anni, da molto prima che morisse mio figlio. Fin da ragazzina percepivo cose che allora non capivo — ad esempio le luci che si accendevano e spegnevano da sole. Così decisi di iscrivermi all’ANPSI, l’Associazione Nazionale Pranoterapisti Italiani, e dopo quattro anni sono diventata pranoterapeuta. Pur continuando a fare l’architetto — la mia professione — ho iniziato a lavorare anche in un centro medico e mi sono accorta che, mentre trattavo i riceventi, percepivo la presenza dei loro cari.

Che intendi per “avvertire la presenza”?
È difficile da spiegare. Riuscivo a percepire i loro cari già passati nell’altra dimensione e a sentire ciò che volevano comunicare. Non capivo cosa stesse accadendo: ero una pranoterapeuta, non una medium.
Torniamo a quel primo messaggio che dici di aver ricevuto da tua sorella. Cosa ricordi di quella sera?
Una sera, tardi, mentre ero in soggiorno, ho sentito l’impulso di prendere carta e penna e scrivere. Mancavano pochi giorni alla morte di mio figlio, anche se ancora non lo sapevo.
Da sveglia?
Sì, sveglia, ma in uno stato alterato di coscienza. In quei momenti ti metti a disposizione e la mano si muove da sola. Tu non sai cosa stai scrivendo.
Cos’altro ricordi?
Ricordo che lessi il messaggio per intero dopo che mi era arrivato. Parlava della mia famiglia, ma quando si riferiva ad Alessio il contenuto era diverso. Diceva che sarebbe stato “tutto luce”, che avrebbe trovato la pace e di non preoccuparmi. Essendo mio figlio un ragazzo brillante, pensai si riferisse alla sua carriera. Solo dopo ho capito che mi stava annunciando che, di lì a pochi giorni, mio figlio sarebbe passato nell'altra dimensione.
Hai mai pensato che fosse il dolore per la perdita di tuo figlio a spingerti a immaginare quei messaggi per alleviare la disperazione?
Certo che ci ho pensato. Anch’io ho dei dubbi e a volte mi chiedo se non sia tutto frutto del mio inconscio. Ma ho ricevuto troppe prove del contrario. I dubbi su Alessio posso capirli — è mio figlio, lo conoscevo bene — ma come avrei potuto sapere dettagli che ignoravo a proposito della vita terrena di altre entità?
In che senso?
Da anni frequento un centro in cui si sperimenta. Io faccio scrittura automatica e due altre amiche, Angela e Laura, si occupano di metafonia. Ci riuniamo due volte al mese. La mia scrittura automatica ha avuto un'evoluzione e oggi la faccio solo durante questi incontri, scrivendo i messaggi “in diretta”. Spesso contengono dettagli precisi sulla vita dei cari di persone che conosco appena, o per nulla. Come potrei saperli?
Cose di che tipo?
Ti faccio un esempio. Dopo la morte di Alessio, cercando persone che si occupassero di vita oltre la vita, partecipai per la prima volta a un incontro nel centro dove oggi ci riuniamo. Durante quella serata ricevetti un messaggio da un ragazzo di nome Paolo, il figlio di una donna presente in sala. Presi un foglietto, scrissi il messaggio e glielo consegnai dicendo: “Mi prenderai per pazza, ma mi è arrivato questo”. Paolo si era suicidato, e la madre era distrutta. Dopo aver letto quelle parole mi disse che le avevo salvato la vita perché, attraverso alcune frasi, aveva riconosciuto suo figlio e per lei era la prova che Paolo esisteva ancora, in un’altra dimensione. Quel messaggio lo scrissi addirittura con la sua calligrafia. Io non conoscevo né lei né la sua storia eppure riuscii a scriverne, su quel foglio c'erano tanti particolari che fecero crescere in lei la speranza. Potrei raccontarti centinaia di episodi simili. Sono le prove di cui parlo, quelle di cui noi essere umani abbiamo bisogno.
Ti è mai capitato di pensare che forse esiste una spiegazione scientifica o neurologica per quello che accade?
Sì, ogni tanto lo penso. Ritengo che non sia giusto essere fanatici e il fatto di avere dei dubbi è umano anche se ho avuto decine e decine di prove che avrebbero ormai dovuto convincermi. Questo è quello che mi succede ed è un argomento sul quale non mentirei mai. Tratto soprattutto con genitori orfani di figli, e so che quel dolore è lo strazio più grande che esista. Cerco soprattutto di dargli una speranza. Mi auguro solo di non essere fraintesa ma con loro non succede mai.
È vero che non hai mai chiesto o accettato denaro per i tuoi messaggi?
Sì, è vero. Chi decide di frequentare la nostra associazione, se vuole continuare a partecipare, paga solo una quota annuale di circa 50 euro per iscrizione, cancelleria e assicurazione. Quei soldi non vanno a me, servono solo a coprire le spese. Non ne traggo alcun guadagno, anzi: a volte ci rimetto. Perfino quando usciamo a mangiare una pizza, ognuno paga per sé.

Hai paura della morte?
No. E credo che nessuno debba averne. La morte è solo un passaggio verso un’altra dimensione e, attraverso i messaggi che ho ricevuto, credo che ci incontreremo di nuovo e che i nostri cari ci hanno solo anticipato.
Qualche tempo fa hai detto che tuo marito Franco, nei suoi ultimi giorni, era consapevole che sarebbe morto. Cosa intendevi?
Gli ultimi giorni sono stati intensissimi. Prima che lui lasciasse questa dimensione, mia figlia ed io siamo andate in ospedale. In quell’occasione siamo riuscite a collegarci con Alessio che, attraverso la mia voce, ha detto delle cose. Io non ricordo nulla, ma mia figlia — che rispetta il mio mondo pur non facendone parte — mi ha raccontato che ho detto cose bellissime e che è stato un momento molto intenso. Abbiamo accompagnato Franco nel modo giusto. Se vuoi, posso concludere con un messaggio che mi ha mandato dopo la sua morte.
Certo.
Mi ha scritto:
“Ciao amore mio, sono io, sono Franco, e sono lì per te. Non ti preoccupare, stai tranquilla, nessuno ti giudica. Sii serena: io sono vicino a te sempre, tutte le volte che lo desideri. Sei in una fase della tua vita molto complicata, ma ricordati l’ultimo periodo della mia vita terrena: lì ci siamo perdonati qualsiasi cosa. E quando dico qualsiasi cosa, dico tutto. È stato un momento importante della nostra vita, e questo non te lo dimenticare. Niente è successo di brutto. Ti sembrerà strano, ma io sono andato nell’aldilà così felice di farlo: era arrivata la mia ora, e tu sai cosa si intende. È inutile che lo spieghi proprio a te, questo ti è chiaro. Ma una cosa voglio che tu sappia: in quei momenti, per quanto mi riguarda, ho fatto pace con tutti e con tutto, soprattutto con te. E vorrei che anche tu facessi pace con me nel tuo intimo. Sì, lo so che non è facile. Abbiamo attraversato momenti così difficili e, fino alla fine, ci siamo creati problemi che — credimi — erano veramente inesistenti. Ma io, nell'ultimo periodo, quando ancora un corpo lo possedevo, avevo già raggiunto la consapevolezza. Lo so, ho cercato di fartelo capire, e forse un po’ ci sono riuscito, ma mai come avrei voluto. È stato intenso e, credimi, quegli ultimi giorni per me hanno avuto un valore inestimabile, e vorrei che fosse così anche per te. Capisco che non è facile, perché certe cose si comprendono solo quando ormai si capisce che la vita terrena ti sta lasciando, ma io conto con tutto me stesso che tu, tramite la tua sensitività, riesca a farlo. Ma non alla fine dei tuoi giorni: fin da ora. E vedrai come per te sarà facile vivere. Sì, sarà così liscio, così fluido, perché conosco il metodo per starti vicino. E credimi, tutto ciò che di negativo ti può capitare lo è solo in apparenza, perché sono finestre che si aprono verso la luce. Cerca di capirmi, perché la tua vita terrena è ancora lunga e sarebbe un vero peccato se una come te la sprecasse. Sii felice, sii serena, vai avanti per la tua strada. Non farti intimorire dagli ostacoli: affrontali con la certezza che tutto ciò che sembra negativo nasconde la chiave per una vera rinascita. E più lo comprendi, meno serviranno questi metodi che ti fanno soffrire ma che sono indispensabili per raggiungere quella consapevolezza che allieterà la tua vita. Ricordati di non sprecarla. Fai quello per cui sei nata, il tuo vero compito — che tu conosci — che è quello di diffondere luce e serenità. Ti amo".