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Lavezzi e Mogol: “A Sanremo non c’era l’eccellenza, Amadeus sceglie i big in base ai follower”

Mario Lavezzi e Mogol hanno espresso il loro parere sul Festival di Sanremo e sul modo in cui Amadeus sceglie i brani da presentare in gara.
A cura di Daniela Seclì
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Mogol e Mario Lavezzi, intervistati da Rolling Stone, hanno commentato le dinamiche del mondo della musica, soffermandosi sul Festival di Sanremo 2023. Il paroliere e il cantautore avevano presentato alla kermesse canora l'inedito Una storia infinita, ma la canzone è stata bocciata. Nel corso dell'intervista hanno espresso il loro pensiero su Amadeus.

Mogol, Lavezzi e la canzone bocciata a Sanremo

Mogol ha dichiarato: "Il problema non è la qualità dei brani, ma la competenza di chi li ascolta e li giudica. Qui c’è una canzone che è stata bocciata a Sanremo, l’inedito Una storia infinita. Perché con il basso livello che c’è in giro hanno escluso un pezzo così?". Il noto paroliere ha continuato: "Manca la competenza! Volevano i social, le visualizzazioni, gli streaming. Non basta la canzone bella, ci vuole la competenza per poi promuoverla".

La critica ad Amadeus

Mario Lavezzi ha fatto eco a Mogol, dicendosi convinto che ci sia la tendenza a scegliere gli artisti – che poi calcano il prestigioso palco del Festival di Sanremo – in base ai follower, mettendo dunque in secondo piano la qualità:

Amadeus ha scelto gli artisti in base alle visualizzazioni, agli streaming e ai follower. Così si va al di là della musica. Ha fatto uno show televisivo trasversale, dove ha messo dentro un po’ di passato e un po’ di presente e ha ottenuto un ottimo risultato di ascolti. Solo che quella rassegna non si chiama Sanremo, ma Festival della canzone italiana. E, come il festival del cinema, dovrebbe rappresentare il meglio della musica in circolazione.

Mogol ha ribadito: "L’eccellenza dov’era? Non c’era!". Lavezzi ritiene che il Festival si sia allontanato da ciò che era un tempo: "In passato era impostato dagli editori che lavoravano un anno per portare là i migliori brani". Infine, Mogol ha espresso la convinzione che manchino persone abbastanza competenti da selezionare brani validi: "Però c’era anche gente competente che poi selezionava le canzoni più belle. Poi è andato tutto un po’ a put*ane, diciamoci la verità".

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