Marisa Laurito: “Pippo Baudo mi fece prima donna, mi corteggiò per giorni. Uno come lui non ha eredi”

Un Fantastico difficilissimo, quello che segnò il ritorno di Pippo Baudo in Rai dopo due stagioni di flop nelle reti Mediaset. Marisa Laurito fu la prima donna di quel grande varietà che fece grande successo, richiesta da Pippo Baudo in persona. A Fanpage.it racconta: "Venne a casa mia con un fascio di fiori gigantesco per convincermi a fare la prima donna del suo ritorno in Rai. Mi corteggiò per giorni, ero terrorizzata all'idea di rifare Fantastico dopo il trionfo di quello con Celentano".
Con il conduttore catanese, scomparso ieri all'età di 89 anni, anche una Domenica In trionfale, protagonista insieme a lui di un'epoca irripetibile: "Oggi non rischia più nessuno, comprano dei successi e li fanno. Noi invece lavoravamo con una passione pazzesca". E rivela che Pippo Baudo non ha eredi: "Un personaggio come lui non è sostituibile, perché non c'è questo professionismo e questo amore sviscerato per questo lavoro. Adesso c'è la voglia di avere successo, punto. Ma non sanno che il successo non arriva se non sei bravissimo e non duri a lungo perché non basta avere successo una volta, due, tre. Devi avere successo per 50, 60 anni".
Marisa, tu con Pippo Baudo hai lavorato tanto. Sapevi delle sue condizioni?
Purtroppo sapevo che stava molto male, non è stata una sorpresa. È un personaggio importante che va via, un personaggio che ha fatto la storia della televisione. Sai, hanno pubblicato tante foto insieme a Mike Corrado, Enzo Tortora… noi siamo cresciuti, prima di diventare io popolare e lavorare con lui, sono vissuta e cresciuta con questi personaggi straordinari, con veri numeri uno. E Pippo era un grande professionista, ma soprattutto era uno appassionato del mondo dello spettacolo, non solo della televisione, era veramente un personaggio molto forte, classico naturalmente.
Tu arrivasti a lui grazie alla tv di Renzo Arbore.
Sì, noi siamo arrivati dopo con le nostre bordate, che volevamo anche un po' smantellare questo genere di televisione, però è una televisione che abbiamo amato molto. E con lui ho lavorato tanto, sono stata ospite in una marea di sue trasmissioni e quando andavi ospite da lui ti faceva sentire un re o una regina, perché sapeva fare bene il suo mestiere. E poi abbiamo fatto Fantastico il sabato sera che abbiamo condotto insieme con la regia di Gino Landi, che è un altro grande che è andato via, un altro a cui io ero molto legata.
Era un Fantastico particolare. Perché era il primo dopo il ritorno da Canale 5.
Sì, è vero. Avevo fatto quello con Celentano, quando Pippo era passato alla concorrenza, e poi dopo quello con Pippo. Sono tempi che non torneranno più perché comunque erano personaggi, numeri uno. Hanno fatto la storia della televisione, lui ha fatto la storia della televisione. Quando Pippo tornò in Rai, venne a casa mia chiedendomi di fare la prima donna del nuovo Fantastico. Si presentò con un fascio di fiori gigantesco.
E tu accettasti subito?
Guarda, non credere che noi eravamo così consenzienti. Lui mi ha corteggiata per giorni e giorni, perché io venivo da un altro Fantastico…all'epoca non era come oggi che qualunque cosa si diceva di sì con nonchalance. Perché il problema è questo: non eravamo legati ai ruoli e alle sedie e alle posizioni, eravamo legati a fare delle cose belle, capisci? Quindi quando lui mi chiese di fare Fantastico, io onestamente non è che gli dissi subito di sì, perché avevo paura di rifare un altro Fantastico dopo il trionfo che c'era stato di quello di Adriano. Ero terrorizzata nel rifare la stessa cosa. Però, insomma, ovviamente si trattava di Baudo, Pippo poi mi convinse e poi l'abbiamo fatto.
Cosa è cambiato rispetto a oggi?
Due cose: il lavoro prima di tutto. Noi non vedevamo orari, cioè noi lavoravamo fino a quando non avevamo finito, non c'erano sindacati che tenessero, cioè noi lavoravamo continuamente sempre e con una passione pazzesca. E poi c'era un'epoca di professionalità complessive certe, c'erano i funzionari televisivi, i produttori televisivi, personalità che ti aiutavano a portare avanti un progetto anche rischiando la propria sedia.
Oggi non è così?
Oggi non rischia più nessuno. Oggi comprano dei successi e li fanno, è molto facile così. Quando noi invece in Italia abbiamo ancora delle creatività importantissime, degli autori che potrebbero mettere in piedi delle cose nuove. È tutto cambiato. È il motivo per cui io, da un certo punto in poi, non ho voluto più fare televisione perché le cose che mi hanno proposto sono state tutte cose che non mi piacciono, che non mi interessano. Con Pippo Baudo ho fatto Domenica In, una trasmissione dove gli ascolti erano al top e il gradimento alle stelle.
Nel rapporto lavorativo com'era? Si dice che non era uno di grandi consigli.
No, per niente. Non dava consigli perché era uno che sceglieva le persone giuste. Persone che non avevano bisogno di consigli. Era uno che pensava al bene dello spettacolo e non al successo personale. Era un personaggio che amava il mestiere, quindi pensava a confezionare spettacoli belli, spettacoli che funzionano. Per farlo devi avere numeri uno attorno a te. Non puoi farli con le mezze calzetta. Questo è il concetto e Pippo era uno che faceva esattamente questo, chiamando le persone giuste, scegliendo gli ospiti giusti. Io mi ricordo di una volta che sono andata a una sua serata d'onore con Luciano De Crescenzo, abbiamo fatto un pezzo veramente bellissimo perché lui, quando andavi anche ospite delle sue trasmissioni, ti faceva fare gol. Poi non aveva un carattere facile per niente, eh, perché non era uno dolce di sale, era uno che sapeva bene quello che voleva e quando si accendeva la luce rossa della telecamera non guardava in faccia nessuno. Era uno molto deciso, ecco.
Pippo Baudo non ha eredi?
Ma no. Questi personaggi non sono sostituibili, perché non c'è questo professionismo e questo amore sviscerato per questo lavoro. Adesso c'è la voglia di avere successo, punto. Ma non sanno che il successo non arriva se non sei bravissimo e non duri a lungo perché non basta avere successo una volta, due, tre. Devi avere successo per 50, 60 anni. Non è facile reggere per tutti questi anni, solo se sei un personaggio molto appassionato al tuo lavoro, se fai delle scelte ponderate e se fai delle cose belle, questo è.