Mario Adinolfi: “Dopo i 34 Kg persi all’Isola voglio continuare a dimagrire. Fucili contro gli omosessuali? Non sono un mostro”

Intervista a Mario Adinolfi. Il giornalista ripercorre su Fanpage.it tutte le tappe della sua esperienza all'Isola dei famosi 2025 svelandone segreti e retroscena. In questi giorni, l'ex naufrago ha avuto un malore che lo ha costretto a un breve ricovero, ma è già stato dimesso e la sua famiglia si sta prendendo cura di lui. Quando lo sento per la nostra intervista, dalla sua voce allegra traspare ancora l'emozione dell'incredibile percorso vissuto. Sull'Isola ha perso 34 chili, ma ammette che non sono mancati momenti estremamente difficili, dovuti alla drastica perdita di peso: "Ho avuto paura, una notte ho avuto un malore e mi hanno prelevato con l'elisoccorso. E poi non si sono viste tante mie cadute. Sono caduto anche dal letto con dolore e spavento". Mario Adinolfi mi racconta che le prime settimane sono state particolarmente difficili per lui: "Avvertivo un astio che vivevo come preconcetto, a volte erano vere e proprie dichiarazioni di odio e questo mi faceva stare molto male". Poi esprime la sua rabbia per i pregiudizi di cui ritiene di essere vittima: "Non ho mai invocato i fucili contro gli omosessuali, né odio le donne. Non sono il mostro orrendo di cui parlava Loredana Cannata nella nomination".
Adinolfi, come commenta il secondo posto all’Isola dei famosi 2025? Un’impresa riuscita o una delusione?
Non riesco a perdere senza soffrire. La vittoria sarebbe stata un'enorme soddisfazione, la sconfitta sulla linea del traguardo mi ha dato fastidio. Un fastidio lenito dal fatto che io e Cristina abbiamo sempre sognato di finire questa esperienza insieme. Le avevo detto che se avessi perso contro di lei ci sarei rimasto talmente male da darle una testata (ride, ndr).
E invece vi siete dati un bacio.
Sì, meglio così.
Secondo lei perché ha vinto Cristina Plevani?
Perché è una persona speciale, quindi ha meritato l'affetto del pubblico. Ha anche giovato dell'effetto nostalgia. Io stesso ricordavo la sua epopea di 25 anni fa. Chi ha la mia età ricorda che Cristina non approfittò della vittoria per farsi imbrigliare da una modalità che poteva essere trash. Tornò a essere una di noi. E ha vinto l’isola più dura di sempre.

Il suo percorso è stato sorprendente, nessuno pensava che lei potesse arrivare così in fondo. Ha mai pensato di ritirarsi?
Alla fine della terza puntata. Sono stato assalito da una terribile solitudine, perché non avevo visto mia moglie Silvia in studio. La sua presenza mi confortava molto. Nelle prime due puntate sono stato nominato da tutti e psicologicamente non è facile sentirsi al centro di un astio che vivevo come preconcetto. Non avevano avuto ancora il tempo di conoscermi. In certi momenti c’erano delle vere e proprie dichiarazioni di odio e questo mi faceva stare molto male. Poi apro una parentesi.
Prego.
Ho letto che qualcuno mi ha definito “macigno privilegiato” su un importante quotidiano di questo Paese. Sfido una persona qualsiasi a caricarsene altre tre sopra – perché questo significa pesare 225 kg – e stare su una spiaggia dove con ogni passo affondi di 40 cm. Chi ha scritto “macigno privilegiato” secondo me ha toccato l’abisso del body shaming che ovviamente verso di me si può fare, se l'avessero fatto per esempio contro BigMama, sarebbe stato considerato un oltraggio. A quanto pare nei miei confronti qualche collega ha pensato che si potesse praticare lo sport dell'oltraggio.
Lei ha accettato di partecipare all’Isola anche per dare coraggio a sua figlia Clara nell’affrontare la sua malattia, l’anoressia nervosa.
Attraverso la mia esperienza sull’Isola volevo dire a mia figlia e a coloro che sono impegnati in battaglie che sembrano impossibili, che l'impossibile si può affrontare.
E ritiene che il messaggio sia arrivato a Clara?
In maniera spettacolare. Quando sono tornato a casa ho provato l’emozione di vederla sorridere felice, ha addirittura accettato di farsi fotografare con un grande cartello: “Bentornato babbone”. E mi ha autorizzato a pubblicare la foto sui social. Vi assicuro che è una cosa enorme per me che ho vissuto tre anni davvero difficili dentro i suoi e i nostri problemi. Questo è l’elemento miracoloso dell’isola. L’isola cura.
Come è stato accolto da sua moglie Silvia?
Sono rimasto sorpreso nel vederla rilasciare interviste, anche a Fanpage e in televisione. Mia moglie è una donna estremamente riservata che da decenni sta accanto a un uomo estremamente pubblico. Sono profondamente innamorato di lei, ma nell'amore ho sempre inserito l’elemento della stima e questa stima per lei e per la sua intelligenza si è moltiplicata.
Quanti chili ha perso Mario Adinolfi all'Isola dei famosi 2025

È arrivato sull'isola con un peso di 221 chili. Quanti ne ha persi?
Premetto che nel pre-isola in Honduras, grazie all’alimentazione locale che è a base di riso e di pollo, ho subito perso 6-7 chili di liquidi. Quindi, dal momento in cui sono uscito di casa il 3 maggio alla finale del 2 luglio, ho perso in totale 34 chili.
Questa drastica perdita di peso è stata accompagnata da momenti difficili sull'Isola?
Ci sono stati dei momenti di vera paura per me, perché il cambiamento è stato drastico e in un contesto invivibile, con il 100% di umidità e un calore fulminante. Tante scene di mie cadute non si sono viste. È stata una vera Via Crucis. E poi una notte sono stato prelevato e portato via dall’elisoccorso.
Cosa è successo?
Ho avuto un malore. Sono stato vegliato una notte intera dal dottor Goffredo Mezzanotte. A lui e a tutto lo staff medico va tutta la mia gratitudine. Mi hanno rimesso in piedi per permettermi il rush finale.
In pochi credono che lei possa continuare con la dieta, renderà possibile l'improbabile anche stavolta?
Sono molto determinato ad andare oltre come ho scritto sulla panchina dell’isola, che doveva essere mia, poi è diventata il divano di Friends (ride, ndr). Il mio modo di andare oltre sarà quello di proseguire con determinazione sulla strada del dimagrimento.
Immagino però che dire di no all’ennesima porzione di riso sia facile, dire di no a un piatto di pasta un po’ meno.
E infatti gli spaghetti all'assassina che mi hanno accolto come premio quando sono rientrato in casa sono stati consumati piuttosto voracemente.
Mario Adinolfi e il dolore per il suicidio della sorella Ielma

Lei ha confidato di avere iniziato ad accumulare peso dopo il suicidio di sua sorella Ielma avvenuto nel 1997. Adesso cosa resta di quel dolore? Lo ha metabolizzato?
Il suicidio di mia sorella è stato una bomba atomica, ha avuto un impatto devastante sulla mia famiglia, mi ha causato sensi di colpa. È un fardello estremamente difficile da portare, è una ferita che non si cicatrizza. Adesso però ho tre figlie e una di loro, Livia, somiglia tantissimo a Ielma. Porterò sempre con me il suo ricordo nelle mie battaglie quotidiane. Battaglie che conduco per dare un senso alla mia vita, altrimenti per me sarebbe faticosissimo stare qui. L'isola mi ha dato la sensazione che ci possa essere un “riposa in pace” che fino a oggi non c’era mai stato.
Ha vissuto da vicino esperienze dolorose come il suicidio di sua sorella e spiacevoli come il suo divorzio. Due vicende che la Chiesa non vede di buon occhio. Da uomo di fede, si è sentito abbandonato?
Mi sono sentito abbandonato da Dio, più che dalla Chiesa. Ho avuto una crisi di fede profondissima che, dopo la morte di Ielma, ha portato al divorzio dalla mia prima moglie e a un comportamento completamente sconsiderato.
Mario Adinolfi fa chiarezza sui presunti privilegi avuti all'Isola 2025

Si è parlato di alcune accortezze di cui avrebbe goduto all’Isola per via della sua obesità.
In realtà ho avuto danni, non privilegi. Non potevo fare le prove fisiche e quindi non potevo essere leader, avere l’immunità, scegliere chi mandare in nomination. Cosa ho avuto? Un letto a una piazza per dormire a 40 centimetri da terra anziché su una stuoia perché da quella posizione non mi sarei mai potuto alzare. E, le assicuro, un uomo di 225 kg non può stare neanche in un letto a una piazza. Per me era impossibile girarmi. Una volta ho provato a farlo, il tentativo è stato talmente lungo che mi sono addormentato e poi sono caduto. Ho provato dolore e spavento. Quindi non ho avuto nessuna forma di privilegio. Anzi, ho cercato di aiutare i miei amici naufraghi, cedendo loro le mie porzioni di riso, cocco e pesce.
Ma è vero che le è stato concesso di assistere alla Messa la domenica?
Verissimo, ma spero non venga considerato un privilegio. C’è chi ha fame di riso e di pesce e chi ha una fame spirituale. Una volta abbiamo assistito alla Messa tutti insieme. È stato bellissimo condividere quel momento spiritualmente fortissimo anche con amici che non sono credenti.
In finale, l’incidente di Loredana Cannata. Come lo avete vissuto voi che eravate presenti?
Panico assoluto. Ho avuto paura che stesse accadendo una tragedia irreparabile. È stato impressionante. Quando vedevo passare i secondi ero davvero atterrito. E poi il caos che in Italia non avete visto, ma che noi vedevamo, era estremamente preoccupante. Però poi, grazie a Dio, tutti siamo usciti sani, salvi e rinforzati da questa favolosa esperienza.
La replica alla nomination di Loredana Cannata e alle polemiche

Ha fatto discutere la prima nomination di Loredana Cannata nei suoi confronti: “Brucino le sue idee di violenza e morte contro donne, omosessuali e animali. Ritiene che le donne debbano essere miti e sottomesse e ha invocato i fucili contro le unioni civili degli omosessuali”.
Quella nomination di Loredana era completamente insensata e anche un pochino brutale. Mi è molto dispiaciuto che siano stati usati quei toni. Poi però con Loredana siamo diventati amici, ci rivedremo presto.
Quindi non ritiene che le donne debbano essere miti e sottomesse?
In una famiglia siamo tutti sottomessi al bene comune. Quando il Vangelo parla di sottomissione si riferisce alla Chiesa sposa di Cristo. Gesù dice: "Tu sei Pietro, su questa pietra fonderò la mia Chiesa”. La pietra che sostiene, che è messa sotto, diventa l'architrave del rapporto religioso e mutatis mutandis l'architrave della famiglia. Ho sperimentato nella mia vita quanto sia determinante l'apporto di tutte le donne che ho amato, anche di Elena che è stata la mia prima moglie, la mamma di Livia. Ho una moglie, un’ex moglie, una madre, tre figlie femmine. Come potrei mai avere un atteggiamento ostile verso le donne o vedermi tacciato di misoginia? Mi sembra veramente qualcosa di folle.
E sui fucili contro le unioni civili?
Ma secondo voi sono uno che può invocare la guerra civile contro gli omosessuali? Sono veramente arrabbiatissimo con questa traduzione delle mie parole. Sì, per carità, in qualche passaggio c’erano delle provocazioni verbali, ma raccontare che io volessi prendere i fucili contro gli omosessuali è qualcosa di talmente lontano da quello che sono.
Credo che Loredana Cannata si riferisse a ciò che lei scrisse su Facebook sulla Legge Cirinnà: “Davanti al farsi legge del nonsense, bisognerebbe prendere i fucili”.
So benissimo di essermi battuto contro la Legge Cirinnà. Credo sia legittimo che sulle leggi una persona possa dire quello che pensa. Ho fatto il Family Day, ho fatto comizi davanti a centinaia di migliaia di persone. Andate a vedere cosa dicevo, perché è tutto registrato. Sono stati i momenti più felici della mia vita pubblica, perché vedevo una folla enorme in Piazza San Giovanni o al Circo Massimo, che si batteva per delle idee nella maniera più pacifica di sempre.
Mirko Frezza ha detto: “Sono convinto che Adinolfi porti avanti quelle bandiere solo perché sono idee impopolari, ma in realtà non ci crede neanche lui”.
Io e Mirko ci vogliamo bene, da esseri umani e da romani. Però su questa cosa di me non ha capito niente. Non dico mai qualcosa in cui non credo. Al limite taccio qualcosa in cui credo fortemente quando capisco che può ferire qualcuno.
Omar Fantini, in un’intervista rilasciata a Fanpage.it, ha dichiarato: "Mario Adinolfi è un uomo che quando discute delle sue idee non lo fa mai in modo denigratorio. Si spiega e poi ti ascolta”.
Omar e Cristina sono infinitamente lontani da me su tutti i temi di cui abbiamo appena parlato, ma io sono interessato ad ascoltare le idee degli altri, non ho mai voluto imporre le mie considerazioni, ma voglio la libertà di poterle proclamare. All’isola l’ho fatto. Non troverete mezza parola di abiura rispetto alle idee che ho sempre portato avanti, ma credo che questa cosa sia perfettamente compatibile con il rispetto, con l'amore e con l’amicizia.
Sarò franca, credo che per molti sia difficile fare combaciare Mario Adinolfi visto all'Isola – diplomatico e aperto al dialogo – con l’uomo che in passato ha scritto sui social frasi come quella sui campani “popolo di mer*a”.
Contestualizzando le frasi si capiscono anche quelle che sembrano brutte. Lo sono perché estrapolate. Se inserite nel contesto in cui venivano pronunciate, forse si ha una percezione diversa di quello che ho detto.
Il contesto era: “Tacendo si sono fatti devastare dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici e ora fanno le manifestazioni. Che popolo di mer*a”. Conviene con me che da dichiarazioni così nette non possa nascere alcun dialogo?
Ho solo detto, ed è quello che penso, che è molto difficile fare ad Alessandria quello che è stato fatto nella Terra dei Fuochi. Tutto qui. Con Teresanna c’è stato un confronto sul tema Nord e Sud, legato proprio a quelle cose che scrivevo decine di anni fa e che sono state tradotte in maniera orribile. Adinolfi da dove proviene come cognome? Dove sono cresciuto? Posso mai essere il figlio di un campano che dice che il popolo da cui proviene è di mer*a? È una cosa risibile. Ora le spiego una cosa di me. All’Isola ho detto la frase: “La trap è mer*a”.
E come è andata?
Ho scatenato due ore e mezza di dibattito. Sono quelle che io chiamo bombe molotov. È un modo di incendiare una discussione. Io questa roba la faccio da decenni, perché deve svilupparsi un dibattito dalle idee diverse. Quando vedo il piattume e il conformismo, ho una reazione di estremo fastidio che si tramuta in una volontà di discutere di un tema.
Insomma, sono solo provocazioni.
Guardi, Veronica Gentili non ha avuto paura di portarmi all’Isola. Ho discusso tante volte con lei e credo non condivida mezza parola di quelle che ho pronunciato in decenni di vita pubblica. Giuseppe Cruciani è venuto a sostenermi ma vi assicuro che se parliamo di matrimonio omosessuale, legalizzazione della prostituzione e delle droghe, abbiamo posizioni radicalmente opposte. Eppure è un vero amico. Questo dovrebbe far capire che non sono quel mostro orrendo che veniva raccontato anche dalle parole di Loredana.
Per le sue idee ha anche subito delle aggressioni e questo va condannato.
Per presentare i libri che scrivo devo affrontare ogni volta situazioni che sono ai limiti dell’insopportabile. Scene impensabili. Ottanta, cento agenti a difendere la mia possibilità di presentare un libro davanti a cinquecento indiavolati coi bastoni che vogliono impedire alle famiglie di venire ad ascoltare quello che dico. Insomma, non è roba da democrazia occidentale.
Alessia Fabiani ha detto di lei: “Con Mario è stato un crescendo di emozioni, ho trovato un amico e non vedo l'ora di riabbracciarlo". Lei prova le stesse cose?
Provo una sincera amicizia e un'infinita gratitudine per Alessia. Alla prima puntata mi ha nominato con toni molto cattivi. Poi ha avuto pietà di me da madre. È stata definita “ancella di Adinolfi”, è stata insultata solo perché ha capito che io avevo bisogno. Si è avvicinata senza paura anche se persone a lei molto vicine avevano indicato in me l'obiettivo da distruggere. È arrivata con questa missione, però ha prevalso il suo istinto femminile.
Lei è anche un giocatore professionista di poker.
Negli anni ruggenti della mia fase professionistica ho avuto delle soddisfazioni enormi dal poker che non sono solo economiche. Quando sbaragli centinaia e centinaia di avversari nei tornei internazionali acquisisci una certa consapevolezza dei tuoi mezzi che poi all'isola è stata messa a frutto.
In che modo?
Credo di aver affrontato l'isola da grande giocatore, mentre i ragazzi sono stati disastrosi, ad eccezione di Jey. Forse manca loro quel tipo di esercizio mentale, intellettuale, culturale. I fisici straordinariamente belli non sono serviti a sopperire a queste mancanze. Inizialmente mi sembrava impossibile che i Senatori potessero prevalere sui Giovani. Poi dissi a Veronica: “Mandamene quanti te ne pare perché li butto fuori tutti” (ride, ndr).
Un'ultima cosa, nel suo discorso conclusivo prima del verdetto del televoto ha detto che adesso si sta preparando a ciò che di bello potrebbe arrivare. Cosa augura a se stesso?
Ho citato la canzone di Lucio Dalla che finisce con i versi: “Io mi sto preparando, è questa la novità”. Dopo l’isola siamo tutti aperti a ciò che di nuovo capiterà. Eravamo oppressi da un passato ingombrante. L’idea di poter immaginare un futuro in cui l'inaspettato, l’imponderabile, venga ad attraversarci come ha fatto l'isola è una cosa che ci fa sorridere e non ci mette più paura. È questa la novità.