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Giampiero Ingrassia racconta il padre Ciccio: “Con Franco erano come marito e moglie”

Giampiero Ingrassia si racconta al Corriere della Sera: il rapporto con il padre e quello che c’era tra Ciccio e Franco.
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Giampiero Ingrassia racconta il rapporto con suo padre, Ciccio, e quello che suo padre aveva con il suo partner storico, Franco Franchi. Al Corriere della Sera rivela: "Mi sento un privilegiato. Poi è ovvio che, quando ho iniziato a intraprendere lo stesso mestiere di mio padre, mi sono sentito spesso più osservato con attenzione, giudicato con maggiore curiosità da registi e colleghi. Capivo che dovevo possibilmente meravigliarli, altrimenti erano cavoli". 

Le parole di Giampiero Ingrassia

Giampiero Ingrassia ha raccontato che suo padre era nato molto povero: "Figlio di un ciabattino, lavorava col padre a bottega ma era orgoglioso della sua povertà, diceva che non se ne vergognava e che era amico intimo della fame. Con i fratelli, mi pare fossero cinque o sei, dormivano tutti insieme in un’unica stanza. Sin da giovane sognava di fare l’attore ed essendo impensabile per lui frequentare scuole di recitazione, è nato come attore di strada, poi esordì nell’avanspettacolo con le squattrinate compagnie girovaghe. […] Quando ebbe le possibilità economiche, fu generosissimo: regalò case ai parenti bisognosi". Sul partner Franco Franchi:

Anche lui era nato poverissimo nel quartiere della Vucciria. Papà già lavorava in un teatrino locale e lo aveva notato mentre si esibiva in una scenetta comica, chiamata la Posteggia, cioè fatta per strada. A quel tempo Franco si faceva chiamare Ciccio Ferraù, faceva imitazioni e giochetti acrobatici. Quando si ammalò un comico che lavorava nello spettacolo, papà si ricordò di quell’artista, lo propose all’impresario. Franco ne fu felicissimo e all’inizio dava del lei a mio padre. Subito nacque il loro sketch Core ingrato. Sono stati la prima coppia di fatto del cinema italiano, più di Totò e Peppino, di Tognazzi e Vianello, persino di Stanlio eOllio. E io li ho considerati come i miei genitori, addirittura c’era chi si sbagliava pensando che fossi figlio di Franchi Cicci…Due antieroi surreali, risate tante, senza bassa trivialità. Camilleri li definiva la continuazione del teatro dei pupi. Erano talmente amati dalla gente che, andare in giro con la coppia, sembrava come girare con i Beatles. Quando pranzavamo tutti insieme al ristorante, non c’era un attimo di privacy, una processione di ammiratori: una continua richiesta di autografi e di foto insieme. Una giovane donna si fece autografare addirittura sopra una tetta! Sul décolleté molto aperto, con un pennarello… E mia madre non la prese benissimo. Quando ero ragazzo, non sopportavo molto questo assalto, che non mi permetteva di stare insieme con i miei in santa pace. Oggi capisco che era una grande dimostrazione d’affetto.

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I successi e le incomprensioni

A tantissimi successi sono corrisposte anche tantissime incomprensioni. Franco e Ciccio, di fatto, erano come marito e moglie conferma Giampiero Ingrassia: "Proprio perché erano come marito e moglie, non sono mancati i litigi, che non riguardavano il piano personale, erano solo dovuti a diverse visioni del loro lavoro. Franco, più istintivo, accettava qualunque proposta; papà più riflessivo, sosteneva che potevano compiere scelte oculate dei registi con cui lavorare, dei copioni da accettare. Un contrasto inevitabile, per questo hanno trascorso periodi a lavorare ognuno per conto suo… però si volevano bene". 

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