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Federico Bellucci: “Ho oltre mille lampade. L’oggetto più strano a Cash or Trash? Non hanno voluto vendermelo”

Federico Bellucci, mercante di Cash or Trash, ha raccontato a Fanpage.it la sua storia: dall’arrivo nel noto programma due anni fa alla passione per il mondo del restauro, passando per l’oggetto più strano che gli è passato tra le mani ma che non è riuscito ad avere.
A cura di Elisabetta Murina
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Il mestiere di mercante è arrivato nella sua vita "un po' per caso e un po' per passione". Dopo un diploma come geometra e anni passati a lavorare nel mondo del restauro, Federico Bellucci ha deciso di vendere la sua numerosa collezione di lampade e da quel momento qualcosa è cambiato. Oggi gestisce un suo spazio espositivo a Milano, Magazzino 76, e da due anni fa parte del cast di Cash or Trash alla ricerca di oggetti sempre più curiosi, alcuni da conservare per sé e altri da vendere ai clienti. A Fanpage.it ha raccontato la sua storia: dalla passione per il mondo dell'arredamento all'acquisto più folle fatto nel programma, passando per quell'oggetto che non è riuscito ad avere e non solo.

Sei entrato a far parte di Cash or Trash a programma già iniziato. È stato difficile integrarsi con il resto del cast?

Integrarsi è stato facile perché anche se erano persone che non conoscevo, parlavamo la "stessa lingua" e facevamo parte dello stesso mondo. È stato emozionante e un po' strano allo stesso tempo trovarsi a registrare davanti alle telecamere.

Seguivi il programma?

No, non sapevo neanche che esistesse, sono stati loro a contattarmi. Nella prima riunione con gli autori, dopo una serie di domande che ho fatto, non ricordo con precisione quali, mi dissero: "Ma tu non hai proprio idea di quello che stai per fare vero?". Io ho risposto che non ne sapevo niente, però poi ho capito in breve tempo.

In base a cosa decidi per quali oggetti batterti durante le aste?

Mi batto principalmente per gli oggetti curiosi, per tutti quelli che non ho mai visto ma che mi suscitano un'emozione. Può essere un'insegna, un cartello, una sedia, sento come una sorta di attrazione nei loro confronti.

Ti ricordi quello più strano?

Sì, era un oggetto che non sono riuscito a comprare, un set di miniature di arredi fedelissimi a quelli che avrebbero poi acquistato i negozianti. Avevo vinto l'asta nel programma, ma il venditore alla fine non me l'ha venduto, nonostante avessi fatto un'offerta tre volte superiore al valore stimato.

Quindi loro possono anche cambiare idea?

Sì, non hanno nessun obbligo nel vendere.

Pensi che il motivo sia stata la storia legata all'oggetto?

Io sono convinto che sia sempre una questione di valore affettivo, perché qualunque venditore porta la sua emozione insieme a quel determinato oggetto. E credo che questa sia anche una delle ragioni per cui il programma è cresciuto tanto come capacità di racconto, perché chi partecipa lo fa con un oggetto che ha una bella storia.

Conta più quella o il valore economico?

Conta molto di più la storia del valore economico, nonostante anche quello sia importante. Siamo commercianti e dobbiamo tenerne conto nell'ottica di rivendere poi l'oggetto.

Il prezzo più alto che hai pagato per un oggetto?

Ho comprato il vaso di Cleto Munari (designer e architetto, ndr) a 19mila euro. Lo volevo ed ero disposto ad alzare il prezzo sempre di più, anche se poi ho deciso di non venderlo.

Che fine fanno gli oggetti che acquisti?

Un po nel mio negozio e un po' a casa. Oltre al vaso di Munari, ho tenuto per me anche il Telegatto del Drive In del 1986, lo conservo in ufficio. Poi sono un grande appassionato di libri, a casa ne ho alcuni sui Barber Shop.

Federico Bellucci a Cash or Trash
Federico Bellucci a Cash or Trash

Ti definisci un mercante “un po’ per caso e un po’ per passione”. Cioè?

Sono diventato un mercante per caso perché per anni ho lavorato come restauratore. Poi per coincidenza un giorno mi sono trovato a vendere la mia collezione di lampade, quando mi sono state chieste per un evento, e da allora ho iniziato a commerciare. Ne avevo 400 e ora sono forse 1500. Contestualmente alla decisione di venderle ho trovato uno spazio a Milano, dove oggi c'è il mio negozio, e nel frattempo ho partecipato anche a un fiera in Olanda da cui sono tornato con un furgone carico di oggetti.

Però hai studiato per diventare geometra. 

Sì, avevo scelto quella scuola perché era quella che più di ogni altra si avvicinava alla progettazione e mi dava anche la possibilità di studiare disegno tecnico e materiali.

E al mondo del restauro come ti sei avvicinato?

Avevo circa 14-15 anni quando ho iniziato a lavorare nella bottega di un restauratore. In realtà, in quel periodo, ero un tecnico di caldaie e spesso mi capitava di andare a prendere le chiavi in un laboratorio di restauro e quando ci entravo sentivo una sorta di brivido. Così ho chiesto: "Se continuo a fare il mio lavoro, posso venire qua a pulire per terra?". Alla fine sono rimasto tre anni, fino a quando ho aperto una mia bottega a 19 anni e ho sempre lavorato da solo.

I tuoi genitori lavorano in questo ambito?

Mio padre prima faceva il programmatore e circa 15 anni fa è venuto a lavorare con me. Mia mamma invece era un'antiquaria, principalmente di oggettistica come piatti e bicchieri, che a me non piacciono per niente, forse perché da bambino ne ho visti talmente tanti e mi è venuta la repulsione. Il fatto che lei fosse una commerciante inizialmente mi ha fatto dire "no, non voglio farlo anche io", invece poi è stato fondamentale perché ricordo che da bambino andavamo insieme ai mercatini, quindi forse qualcosa mi ha trasmesso.

Quando eri bambino cosa volevi fare da grande?

Volevo fare il guardaboschi perché mi piaceva stare nella natura, andare per boschi a cercare funghi. Ho studiato anche un anno di agraria prima di iscrivermi alla scuola per geometri. Poi questa passione l'ho messa totalmente da parte.

Sei molto riservato sulla tua vita privata, come mai questa scelta?

È un tema che non capisco perché susciti così tanta curiosità, mi chiedo davvero cosa importi alla gente cosa faccio o con chi sto nella vita. Ho una compagna, Dudi, che è venuta anche in trasmissione. Siamo fidanzati da 7 anni e anche lei è un'antiquaria di professione, un'attività che ha iniziato da quando siamo una coppia. Non abbiamo figli.

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