Chiara Francini: “La morte del mio ex un grande dolore, il ricordo cambia. Da 19 anni vivo con lo stesso uomo”

Chiara Francini si racconta in un'intervista. L'attrice, in uscita con il libro Le querce non fanno limoni, ricorda il dolore per la scomparsa del suo primo fidanzato e commenta il suo monologo sulla maternità portato nel 2023 a Sanremo.
Chiara Francini: "La morte del mio primo fidanzato è stato un grande dolore"
Chiara Francini convive con lo stesso uomo da diciannove anni. "Anche quella è una forma di resistenza" ironizza l'attrice al Corriere della Sera a proposito di Fredric Lundqvist. Non nega che in passato la paura ha fatto parte della sua vita. "Poco tempo fa è morto il mio primo fidanzato, Alessio" dice parlando del suo ex, scomparso a soli 49 anni dopo un malore improvviso. Spiega come da quel grande dolore sia scaturita una rivelazione: "Ho capito che quando qualcuno è vivo anche il ricordo resta acceso. Quando muore, quel ricordo cambia forma. Non è più esperienza: diventa memoria, non più condivisione, ma responsabilità". È per questo motivo che ha scritto un romanzo che "guarda al passato", un luogo che "ti dà una direzione e ti insegna a fallire".
Chiara Francini: "Non mi pento del mio monologo a Sanremo"
Ospite due anni fa di Sanremo, Chiara Francini aveva portato all'Ariston un monologo sulla maternità mancata. "Era sulla donna. Su cosa significhi, per me, essere donna oggi. Ho scelto un testo mio, perché sapevo che una platea così non l'avrei mai più avuta. Volevo dire qualcosa che mi appartenesse, ma che potesse risuonare in molte" chiarisce. Ribadisce poi le varie sfumature e declinazioni di quell'esperienza: "un miracolo" che è da sempre "la croce e la bellezza di essere donna":
Ci sono donne che non lo vogliono quel miracolo, ma almeno una volta si sono chieste se quel rifiuto le rendesse sbagliate. Ci sono quelle che lo vogliono, ma non riescono e si sentono sbagliate. E poi ci sono quelle che lo vogliono e lo ottengono; ma quando arriva, quel miracolo, capiscono che forse non era un miracolo. O almeno, non lo era per loro. E si sentono morire.
Non si è mai pentita di aver recitato un monologo così intimo. "Ogni volta che parlo dico ciò che penso e che sento, in modo ponderato ma estremamente puro. Quando mi racconto, mi dono, e forse le persone lo sentono – sottolinea – Percepiscono che le stai facendo entrare. E quando ti riconosci, ti rivedi in qualcuno, ti senti meno solo" .