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Carlo Verdone: “Al debutto alla regia non sbagliai nulla, ma la sera prima pensai che il film fosse saltato”

In un’intervista Carlo Verdone ricorda il suo esordio alla regia con il film Un sacco bello – uscito 45 anni fa – e parla del rapporto con il produttore Sergio Leone.
A cura di Eleonora di Nonno
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Sono passati 45 anni dal debutto di Carlo Verdone alla regia con Un sacco bello. In un'intervista, l'attore ripercorre l'emozione dell'esordio e il rapporto con Sergio Leone, produttore del film uscito nel 1980.

Carlo Verdone: "Sergio Leone mi voleva bene, si esponeva per me"

Intervistato dal Corriere della Sera, Carlo Verdone rivela di aver vissuto con tanto timore il suo esordio alla regia: "Mi ha aiutato avere un produttore come Sergio Leone, un uomo di cinema enorme, che mi voleva molto bene: si esponeva per me". Tra i consigli che ricorda, quello di "farsi venire tutti i dubbi prima di iniziare un film, mai mentre si gira". Oltre a questo, la raccomandazione era di tenere i primi piani puliti e ad avere cura su certi dettagli nel montaggio: "Me lo faceva capire a calci nel sedere". E ancora: "Veri. Una volta me ne diede uno molto forte ma si fece male lui perché aveva una ciabatta e io il portafoglio in tasca. Si ferì l'unghia".

Carlo Verdone: "Non sbagliai nulla la prima volta alla regia"

Carlo Verdone ricorda la "carica incredibile" del suo debutto alla regia: "Non sbagliavo niente. Non sentivo la fatica, ero come drogato da un'energia strana, curiosa". Il budget per il film era molto risicato: "Non avevo una roulotte, mi dovevo spogliare dietro i cespugli. Non avevamo i permessi, c’era gente sul set che bloccava gli autobus, le strade. Il film costò 300 milioni di lire, niente, ma andò tutto bene". Sergio Leone teneva molto a Carlo Verdone e la notte prima del primo giorno di riprese di Un sacco bello, gli aveva consigliato di cercare di dormire presto, anche se sapeva bene che l'agitazione non glielo avrebbe permesso. "Non riuscivo a prendere sonno – racconta Verdone – e alle undici di sera sentii suonare il citofono. Mia madre entrò in camera e mi disse: ‘Carlo, è Sergio Leone. Gli ho detto che scendi'". In quel momento, temette il peggio: "Pensavo volesse dirmi che il film era saltato. Avevo il terrore". E invece Leone lo prese sotto braccio e gli disse: "Annamose a fa' du' passi, sapevo che non dormivi".

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