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“Morirai tu prima!”, Ilona Staller racconta la lite con Riccardo Schicchi

Ilona Staller racconta la lite con Riccardo Schicchi in punto di morte: “Andai a trovarlo in ospedale, gli chiesi il mio materiale fotografico, mi urlò dietro: “Morirai tu prima!”.
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Ilona Staller ma per tutti Cicciolina. È stata una delle pornostar più famose e popolari degli anni '80 insieme a Moana Pozzi e al numero di 7 in edicola da venerdì 11 febbraio si è raccontata senza filtri. L'ex attrice hard è nata a Budapest nel 1951 e oggi vive a Roma. Enzo Biagi la chiamò "la Callas del sesso" perché aveva una voce inconfondibile. Tra i punti più interessanti di questa lunga intervista, la lite con Riccardo Schicchi in punto di morte: "Andai a trovarlo in ospedale, gli chiesi il mio materiale fotografico, mi urlò dietro: "Morirai tu prima!". Dissi che si stava sbagliando.

La rivelazione di Ilona Staller

Ilona Staller è stata la compagna di Riccardo Schicchi dal 1974 al 1988. Prima c'era stato il matrimonio franato dopo un anno con un calabrese: "Si chiamava Salvatore, mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne". Poi Andrea: "Un playboy con la Jaguar bordeaux che avevo conosciuto a Roma quando mi ero trasferita. Volevo un figlio da lui, ma invece mi tradì con la mia migliore amica". E su Riccardo Schicchi:

Siamo stati insieme dal ‘74 all’88, ma non voleva che lo dicessi per non deludere i fan. Mi lasciò sei messaggi alla segreteria telefonica, dandomi il suo numero, ma io non lo richiamai. Poi una sera, mentre portavo a spasso il mio Yorkshire Terrier Bubu, me lo trovai sotto casa. Passeggiammo. Mi portò dal direttore di Playmen , Luciano Oppo, con il quale in seguito ho fatto otto copertine. Da lì è cominciato ad arrivare tanto lavoro, comprai un attico sulla Cassia, quello dove vivo ancora adesso, e lui il superattico, che ho ricomprato io.

Il racconto della lite

Ilona Staller racconta l'ultimo saluto, che non fu facile. Lei chiese di riappropriarsi dei diritti di tutto il materiale fotografico: "Ero andata anche a salutarlo all’ospedale, assieme alla mia amica Ursula Davis, in arte Hula Hop. Gli chiesi se poteva ridarmi il mio materiale fotografico e lui mi gridò dietro: “Morirai tu prima!”. Al che gli risposi: “Mi dispiace, Riccardo. Questa volta ti sbagli”. E sul primo marito:

Era di origine calabrese, impiegato in un’agenzia di viaggi. Lo conobbi a Budapest al Continental, dove lavoravo come cameriera. Avevo vent’anni, lui venticinque più di me. Prima delle nozze cambiai idea e gettai l’anello sulla neve, ma il mio patrigno mi costrinse a sposarlo lo stesso, altrimenti sarebbe stata una vergogna. Il prete disse: “Questa è la sposa più triste che abbia mai incontrato”. Andai a vivere con lui a Milano, vicino alla Stazione Centrale, in un abbaino dove non c’era nemmeno il posto per fare la doccia. Mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne. Allora cominciai a lavorare come modella: con il mio book sottobraccio e una cartina in mano andavo a fare i provini. Dopo un anno gli dissi che volevo divorziare. Lui disse bene, purché paghi tu l’avvocato. Per fortuna non ero ancora famosa, sennò avrei dovuto mantenerlo.

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