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Martina Colombari trasformata nel film di Zalone: “Nessuno mi riconosce. Una battuta mi ha ricordato mio figlio Achille”

Martina Colombari è nel cast di Buen Camino, il film di Checco Zalone che sta dominando il box office natalizio. In un’intervista racconta la sua metamorfosi fisica per entrare nei panni del personaggio.
A cura di Andrea Parrella
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Il nuovo film di Checco Zalone continua a macinare incassi e spettatori in sala in queste festività natalizie e tra gli interpreti del film c'è anche Martina Colombari, che in Buen Camino è totalmente trasformata nell'aspetto per calarsi nei panni della ex moglie del protagonista.

La metamorfosi di Colombari per Zalone

Colombari, reduca dall'esperienza a Ballando con le Stelle che si è chiusa nelle scorse settimane, si è raccontata al Corriere della Sera parlando proprio dell'avventura nel film di Zalone e dell'impatto della sua metamorfosi fisica per interpretare il personaggio di Linda: "Nessuno mi riconosce. Nessuno. Devono aspettare la seconda o terza scena per capire che sono io. Ho poco trucco, degli occhiali importanti, la chioma grigia. Che poi in realtà non è un imbruttimento, sono solo una donna che ha deciso di lasciare il mondo del jet set che viveva con l’ex marito, Checco. La mia Linda si è innamorata di un regista-scrittore palestinese e, da ex modella, è diventata un’attrice di teatro impegnata e ha una metamorfosi anche nell’aspetto".

La battuta che l'ha riportata a suo figlio

Colombari spiega di essersi esaltata davanti alla possibilità di mettere in discussione la sua bellezza con questo film, proprio perché è grazie a quella bellezza che è entrata nel mondo dello spettacolo. Spiega Colombari che nel film c'è stato anche un momento che l'ha fatta sentire particolarmente coinvolta, coincide con una battuta specifica legata alla denuncia della scomparsa della figlia, che le ha portato alla memoria la sua esperienza con il figlio Achille: "ho pensato subito alla volta in cui non è rientrato a casa. Quindi sì: ero coinvolta. Detto questo: i ragazzi, oggi, hanno grosse difficoltà a trovare la loro identità, a capire chi sono e cosa vogliono. Noi genitori ci prendiamo la nostra responsabilità, ma il mondo che trovano non è quello della nostra adolescenza: è richiedente, performante, velocissimo. Ei social gli raccontano qualcosa che non è la realtà. Poi, io non sono contro i social: sono un mezzo. Per assurdo, questo film è arrivato da un messaggio del responsabile casting su Instagram".

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