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Festival di Sanremo 2023

Marco Mengoni: “A Sanremo 23 mi diverto, incredibile trovare la stessa sintonia con l’orchestra”

Ai microfoni di Fanpage.it, Marco Mengoni ha raccontato il significato di “Due Vite”, il brano che segna il suo ritorno al Festival di Sanremo dieci anni dopo la vittoria. “Mette d’accordo due vite, quella quotidiana e quella dei sogni, che di solito fanno a cazzotti”.
A cura di Elisabetta Murina
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Marco Mengoni è in gara al Festival di Sanremo 2023 con Due Vite. Il brano segna un grande ritorno dell'arista sul palco dell'Ariston, lo stesso che nel 2013 l'ha visto trionfare con L'essenziale. In questa edizione, a distanza di 10 anni, è uno dei favoriti alla vittoria, dal momento che è arrivato primo nella classifica parziale di tutte e quattro le serate. Ai microfoni di Fanpage.it, ha raccontato l'emozione di tornare al Festival e il significato della sua canzone.

Nel brano che hai portato al Festival dici: "Ci siamo fottuti ancora una notte fuori a un locale". Ce lo spieghi?

È quello che penso sempre, i miei amici forse un po' mi odiano quando dico questa cosa. Quando rimaniamo a parlare, magari fino alle cinque di mattina, dico "Madonna ragazzi, stiamo parlando sempre delle stesse cose, potevamo riposarci e invece siamo qui fino alle 5 di mattina a parlare". In verità quelle ore hanno creato un legame con i miei amici che è indissolubile, cioè pian piano va sempre di più a fortificarsi. Quindi non è proprio "fottuta", quello che io penso sia noioso, anzi, costruisce ancora di più l'amicizia che c'è fra noi. Forse è questa la frase che mi prende di più.

Quali sono le "due vite" di cui parli nel brano?

Questo pezzo appartiene sicuramente all'ultima parte del terzo capitolo delle trilogia di Materia. La verità è che fa parte della mia vita degli ultimi anni, di un bel percorso di analisi che sto facendo con la mia mente mettendo un po' d'accordo queste due parti, queste due vite, che fanno di solito molto a cazzotti, quella quotidiana e quella dei sogni. Essendo una macchina perfetta, la nostra mente tende a nascondere le paure, le angosce, le emozioni più profonde. Quando arrivi da Morfeo, invece, non ci sono sconti. Parlo delle esperienze negative, di quelle positive e di quelle che vedi nel mondo di Morfeo. È stato anche un po' difficile, però ho avuto vicino a me un amico, Davide Petrella, che è bravissimo in questo.

Come stai vivendo il ritorno al Festival a dieci anni dalla vittoria con "L'Essenziale"?

Mi sto divertendo moltissimo, non me lo aspettavo. Mi è sembrato incredibile trovare la stessa sintonia e complicità con l'orchestra, anche perché noi suoniamo e facciamo le prove con loro, però non li conosciamo perfettamente, a differenza dei miei musicisti, con cui suono da quando ho 16 anni. Guardare i loro occhi per me è il pass per togliere redini, briglie.

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