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Michele Santoro: “Non sopporto Fazio e Annunziata, la loro narrazione sulla Rai è farlocca”

Il giornalista parla a diMartedì dei due addii eccellenti alla Rai: “L’azienda avrebbe fatto bene a tenerseli, ma questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusione degli altri e ammazzamento del pluralismo”.
A cura di Andrea Parrella
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Sulla questione degli addii alla Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata non poteva mancare il parere di Michele Santoro, che insieme a Biagi e Luttazzi fu, nel 2001, vittima per eccellenza del cosiddetto Editto bulgaro con cui il governo Berlusconi li estromise dalla Rai. Sebbene giorni fa a Fanpage.it Sandro Ruotolo, anche lui vittima di quelle logiche di potere, aveva detto che l'attuale contesto gli ricordava proprio il clima dell'Editto bulgaro, il giornalista ed ex conduttore di molti programmi in Rai ha parlato della vicenda a diMartedì, analizzando così l'uscita di Fazio e Annunziata dalla Rai: "Sono convinto che la Rai come azienda abbia avuto una perdita, sia per Fazio che Annunziata. Una perdita editoriale, perché sono due professionisti molto validi. Io non sopporto nessuno dei due e voglio spiegare perché – dice Santoro a Floris – Intanto le narrazioni che fanno sono sempre un po' farlocche, per esempio ho sentito le cose che Fazio ha detto di se stesso e Luttazzi ha dovuto ricordargli chenon ha fatto 40 anni in Rai, andò a lavorare per La7 quando l'azienda era di Telecom".

Santoro e il passaggio di Fazio a La7 a inizio anni Duemila

Santoro ricorda il passaggio lampo di Fazio a La7: "Non ha fatto nemmeno una puntata, quell'esperienza si è conclusa e lui è andato via con una paccata di miliardi. Ma il punto importante è un racconto inedito che voglio farti. Io all'epoca, fuori perché c'era l'Editto bulgaro e anche lì hanno accompagnato alla porta Fazio senza troppi rimpianti e lui è andato via a costruire questa nuova Tv, ma loro volevano assolutamente che ci andassi anche io, in quanto simbolo della battaglia contro Berlusconi". Quindi Santoro prosegue rammentando il suo incontro con l'allora proprietario di Telecom Roberto Colaninno:

Mi invitò a un pranzo. "Qui la vogliono tutti", mi diceva, perché vogliono fare una Tv contro Berlusconi e io mi sto chiedendo se sia il caso di farla, perché da quando si pensa che io farò questa Tv sono iniziati attacchi tremebondi su Tv e giornali di Berlusconi che parlano di questioni giudiziarie e altro. Gli dissi che avevo capito già lui stesse per andare via e rinunciare a quella Tv, cosa che puntualmente  avvenne. Questo cosa mi fa dire: che Fazio uscì da questa avventura devastato, era molto più ricco di prima, ma camminavamo alla Festa dell'Unità e la gente lo guardava abbastanza storto. Il problema è come sia rientrato in Rai? Per chiara fama? Non solo per i buoni uffici del suo agente, ci è entrato perché la politica ha voluto lui rientrasse. 

"Annunziata era presidente Rai quando governava Berlusconi"

Floris prova a placare Santoro: "Cosa cambia? Diventa tutto un gossip tra conduttori". E Santoro risponde passando all'addio di Lucia Annunziata alla Rai: "Non è solo un gossip e questo riguarda anche l'altra protagonista di questa storia, Lucia Annunziata. Perché nel momento in cui tu lasci la Rai dicendo che non sei assolutamente d'accordo con questo governo, uno si deve ricordare che lei è stata presidente di garanzia della Rai quando governava Berlusconi. Per ventiquattr’ore fu presidente di garanzia Paolo Mieli, che era stato indicato come tale dal governo e dalle forze di opposizione. Mieli disse: ‘accetto se posso far tornare a lavorare Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro’. Dopo ventiquattr’ore era dimissionario ed è subentrata Lucia Annunziata. Non c'è acrimonia, ma questi due colleghi sono stati il perno attorno a cui è ruotata una politica culturale in Rai fatta di esclusione degli altri e ammazzamento del pluralismo e della diversità, fatta nel periodo in cui abbiamo avuto la pandemia, della teorizzazione che la scienza e l'informazione coincidessero". Quindi Santoro chiosa: "Secondo me l'azienda avrebbe fatto bene a tenerseli e l'ho premesso, ma io non sono l'azienda e soprattutto non sono un servizio pubblico che tiene fuori un pensiero diverso, e questo pensiero diverso era fuori anche prima, quando loro erano al centro del babà…”.

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