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Soldi dalle case farmaceutiche: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell’ematologia

Se non passavano da loro, tramite pagamento, alcuni farmaci, anche salvavita, non arrivavano proprio ai pazienti. L’operazione “Conquibus” ha portato all’arresto di due persone, tra cui un luminare dell’ematologia (poi successivamente rimesso in libertà), a nove misure interdittive e complessivamente a 36 indagati. Congressi scientifici organizzati per promuovere determinate medicine e concorsi truccati.
A cura di Biagio Chiariello
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AGGIORNAMENTO – A due anni dall'inchiesta è stato depositato l’avviso di conclusione indagini per il caso Conquibus, l'indagine su farmaci e mazzette che aveva portato ai domiciliari, il 3 ottobre 2018, Franco Aversa, ex numero uno dell'Ematologia e del Centro trapianti midollo osseo del Maggiore di Parma. Dopo pochi mesi il professore era stato rimesso in libertà ma le indagini sono proseguite.

Due arresti, nove provvedimenti di interdizione (sospensione dalla professione) e complessivamente 36 indagati. Corruzione, induzione indebita a dare e promettere utilità, truffa aggravata, comparaggio farmaceutico, abuso d'ufficio e falso ideologico. Sono questi i numeri e le accuse legati all'operazione Conquibus condotta dal Nas e coordinata dalla Procura di Parma.

Arrestato il prof. Aversa, luminare ematologo

Cuore dell'inchiesta sé l'azienda ospedaliero-universitaria della città emiliana. Ai domiciliari sono finiti il professor Franco Aversa, direttore della struttura complessa di ematologia e trapianto midollo osseo del Maggiore di Parma e Paola Gagliardini, amministratrice delegata della Csc srl, centro servizi congressuali, di Perugia. In particolare Aversa è considerato un luminare italiano dell'ematologia, dipartimento che ha contribuito a fondare all'ospedale di Parma. Pioniere di innovative tecniche di trapianto di cellule staminali fino ad ottenere riconoscimenti internazionali per aver consentito, per la prima volta al mondo, il successo del trapianto anche tra soggetti non compatibili.

Le accuse

Secondo le accuse il medico, con la promessa di utilizzare questo o quel farmaco, si faceva sponsorizzare dalle case farmaceutiche congressi o simposi. Ma c’è di più: il dottore frusinate sarebbe coinvolto in concorsi pilotati per assumere candidati “raccomandati”. A questo da aggiungere l’accusa di attività professionale non autorizzata. L’inchiesta da parte dei Nas sarebbe partita proprio da quest’ultima accusa. L'obiettivo – spiega il Nas guidato da Gianfranco Di Sario – era "adattare le prescrizioni di costosi farmaci per terapie salvavita secondo le esigenze e il profitto delle aziende farmaceutiche, promuovendone la divulgazione nei vari eventi congressuali, organizzati in violazione di norme e in contrasto con i principi di trasparenza e indipendenza scientifica".

Corruzione sui farmaci

”Più che le modalità a noi interessa il conquibus… quando il conquibus arriva per noi va bene… tanto per essere pragmatici”. diceva uno dei medici intercettati nell'inchiesta. E da qui il nome dell’operazione. “Ci sono delle aziende che hanno contribuito in maniera sostanziale e altre che non hanno nemmeno risposto – diceva ancora Aversa intercettato – quindi è chiaro che devo fare la lista dei ‘buoni’ e dei ‘cattivi’”. Poi anche la minaccia diretta: “C'era un atteggiamento di non apertura, per cui lo dico francamente… questi nuovi prodotti che voi dovete lanciare, qui praticamente non entreranno mai!”.

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