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“Equitalia pignorerà anche cani e gatti”, l’allarme scatena l’ira dei contribuenti

Gli animali domestici, dal punto di vista giuridico, sono considerati una cosa, dunque possono essere pignorati come si fa con i mobili o le auto. Tuttavia c’è un elemento non trascurabile da considerare, quello sulla “ritorsione sull’affetto”. Occorre una modifica all’articolo 2911 del codice di procedura civile per fugare definitivamente questa possibilità.
A cura di Redazione
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 AGGIORNAMENTO. L'agenzia delle riscossioni Equitalia equipara un cane o un gatto ad un televisore, un mobile, un frigorifero o una automobile? Si tratta di una vicenda piuttosto complessa e che ha un aspetto tecnico e una prassi del tutto diverse l'una dell'altro. Il nodo è il seguente: nell'elenco dei beni "oggetto di pignoramento" del riscossore ci finiscono, tecnicamente, anche gli animali domestici. E tecnicamente possono essere sequestrati, poiché considerati fonti di reddito. A confermare questa eventualità è un ufficiale giudiziario intervistato nella trasmissione  di Raitre "Ballarò", il 16 aprile 2014: “Si possono pignorare anche i cani” aveva detto. La nostra legislatura è più complessa: per il codice civile, gli animali sono “res”, al pari di un'auto o di un vestito e non detentori di diritti o sentimenti. Ma siccome una cosa per essere pignorata deve essere “valutabile” e non si può assegnare un valore economico a un animale domestico (è invece possibile per gli animali da stalla, ad esempio, come le mucche) perché il suo valore è esclusivamente affettivo (tranne ovviamente nei casi in cui si ha a che fare con animali rari, di razza e vincitori ad esempio di competizioni di settore: in quel caso l'animale domestico ha anche un valore economico) il pignoramento è possibile sulla carta ma non praticato. In generale in questi casi si avanza il rischio di “ritorsione sull’affetto” che vieta a un ufficiale giudiziario di pignorare tutte quelle ‘cose' che possano avere un valore affettivo (come ad esempio le fedi nuziali o gli oggetti sacri) per evitare che l’azione di pignoramento si trasformi in una sorta di ritorsione psicologica sul debitore.

La Brambilla in campo contro i pignoramenti di cani e gatti

A scendere in campo contro la pignorabilità di “beni” è scesa Michela Vittoria Brambilla ex ministro del Turismo e considerata da sempre una ‘pasionaria’ quando si parla di diritti degli animali. L'onorevole di Forza Italia aveva già presentato all'inizio della legislatura un provvedimento in materia, mediante l’introduzione di un bis all’articolo 2911, quello che elenca oggetti e soggetti animati che non possono essere oggetto di pignoramento. “Ormai – spiega la Brambilla – si è affermata una nuova sensibilità collettiva. Gli animali domestici sono considerati alla stregua di veri e propri componenti della famiglia. Le loro esigenze vanno rispettate. Purtroppo, però, negli ultimi anni, in più di una vertenza giudiziaria, molti animali domestici sono stati pignorati e messi all'asta e sono finiti nelle mani di chiunque, esattamente come succede per auto e mobili o per qualunque altro oggetto superfluo”.

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