Bimbo torturato e ucciso, la madre lo costringeva anche a mangiare peperoncino

È stato maltrattato e torturato fino alla morte. Questo il tragico destino di un bambino di due anni, il piccolo Mohamed Daniel Mohamad Nasser, ucciso a calci e botte dalle persone che avrebbero dovuto amarlo e proteggerlo, sua madre e il fidanzato. Una coppia che è ora stata condannata da un tribunale di Singapore. La donna, la 41enne Zaidah, è stata condannata a undici anni di reclusione e il compagno, un uomo di 46 anni, è stato condannato a dieci anni di carcere e dodici bastonate. Secondo quanto scrivono i media stranieri, addirittura la coppia avrebbe torturato il bambino costringendolo a ingerire anche del peperoncino piccante. Quei maltrattamenti, alla fine, hanno portato alla morte del piccolo, avvenuta nel novembre del 2015. Inizialmente la mamma del bambino, nel giorno del decesso del figlio, aveva chiamato i soccorsi perché il bambino giaceva nel letto privo di sensi e aveva raccontato che i segni che aveva sul suo corpicino erano dovuti a una caduta. L’autopsia ha poi permesso di scoprire che il bimbo aveva almeno quaranta ferite, compresa una emorragia cerebrale. Nel corso del processo la coppia ha poi ammesso le proprie responsabilità.
“Tutto ciò è incomprensibile” – La donna e il compagno condannati per la morte del piccolo Mohamed hanno avuto insieme anche un altro figlio, un bambino di un anno. “Per più di un mese in modo spietato la coppia ha torturato il bambino di due anni, incapace di reagire e difendersi. L’idea che una madre possa fare così male al bambino che ha portato per nove mesi nel suo grembo è semplicemente incomprensibile”, ha detto il giudice che ha emesso la condanna.