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Siria, guerra agli ospedali: distrutti vaccini per 10mila bimbi. Neonati evacuati sotto le bombe

Un centro sanitario supportato da Medici Senza Frontiere nel nord-ovest della Siria è stato colpito da un attacco aereo che ha causato la morte di 6 persone. Le bombe hanno distrutto lo stock di vaccini e i frigoriferi necessari per mantenerli al fresco. Con questo sono quattro gli ospedali bombardati e messi fuori uso in una settimana.
A cura di Mirko Bellis
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Una bambina tiene la maschera di ossigeno ad una neonata dopo un attacco con gas cloro (Gettyimages)
Una bambina tiene la maschera di ossigeno ad una neonata dopo un attacco con gas cloro (Gettyimages)

“È triste e innegabile vedere come aree civili, in particolare strutture sanitarie, siano ancora sotto attacco nel nord-ovest della Siria e come questi attacchi, sempre costanti in questi sette anni di conflitto, stiano crescendo di intensità fino a raggiungere un preoccupante livello d’allarme”, dichiara Omar Ahmed Abenza, a capo dei programmi per la Siria di Medici senza Frontiere (Msf). “È un atto oltraggioso che non può essere tollerato – prosegue – una situazione già grave sta peggiorando. L'obbligo di evitare le aree e infrastrutture civili, come quelle mediche, è il primo passo per evitare una catastrofe”.

Nei giorni scorsi, un centro sanitario supportato dall'organizzazione umanitaria a Mishmishan, nella provincia nordoccidentale di Idlib, è stato colpito da un raid aereo. Il bombardamento è avvenuto mentre l’equipe medica del centro era impegnata in alcuni villaggi limitrofi per seguire il programma di vaccinazioni. È solo per una coincidenza che la vita dei suoi componenti, oltre a quelle dei genitori e dei bambini che sarebbero stati in fila per le vaccinazioni, sono salve. L’attacco ha però portato alla morte di 6 persone che si trovavano nel centro, tutti pazienti o loro accompagnatori, e al ferimento di altre 17, tra cui 3 medici. Nel centro sanitario di Mishmishan – sottolinea in una nota Msf – venivano realizzate le vaccinazioni, che sono nella seconda metà del 2017 hanno coinvolto più di 10.000 bambini. “Questo servizio è ora in frantumi. L'area del centro sanitario dove si svolgevano le vaccinazioni è stata gravemente danneggiata. Sono stati colpiti lo stock di vaccini e i frigoriferi necessari per mantenerli al fresco”, aggiunge Omar Ahmed Abenza.

Quello di Mishmishan è solo l’ultimo di una serie di attacchi contro strutture mediche e ospedaliere in Siria. Il 5 febbraio, i raid lanciati dagli aerei russi e dell’aviazione siriana hanno messo fuori uso anche gli ospedali delle città di Maarat al-Numan e Kafranbel, a sud del capoluogo Idlib, e l’unico centro medico di Beit Sawa, nella periferia orientale di Damasco. L’ospedale nazionale Al-Salam di Maarat al-Numan, un importante centro pediatrico dove nel mese scorso sono nati 674 bimbi, è stato dichiarato fuori uso. Nel bombardamento sono rimaste uccise cinque persone, tra cui una neonata e suo padre. "L’ospedale Al-Salam è l'unica maternità per la città di Maarat al-Numan e le aree circostanti”, ha dichiarato il dottor Mohamad Al-Hosni. “Fornisce assistenza ai bambini malati e prematuri e ha un grande reparto di incubatrici. Colpire un ospedale che si prende cura solo delle donne incinte e dei loro bambini – ha aggiunto il medico – è un crimine di guerra di cui gli autori devono essere ritenuti responsabili”.

Dalla metà di dicembre scorso, l’offensiva sferrata dall'esercito siriano sulla provincia di Idlib per riconquistare l’ultimo bastione ancora in mano alle milizie anti Assad sta causando uno dei più grandi sfollamenti di persone dall'inizio della guerra. “Le violenze sono in aumento e stanno mettendo a dura prova la popolazione con già alle spalle sette anni di guerra. Ogni volta che una struttura medica viene bombardata si verifica un terribile effetto a catena sulle strutture sanitarie limitrofe”, denuncia Medici senza Frontiere.

“Per paura di nuovi bombardamenti – comunica l’organizzazione internazionale – la direzione ha deciso di limitare i servizi per ridurre al minimo il rischio per i medici e ha dimesso i pazienti meno critici. Un drammatico circolo vizioso che si presenta dopo ogni nuovo attacco dove gli ospedali rimasti in piedi sono sovraffollati e il personale medico sanitario è costretto ad accorciare il tempo per ciascuna visita. Tra i bisogni medici più diffusi tra i siriani ci sono le infezioni del tratto respiratorio e le malattie croniche, come il diabete e l'ipertensione. “Senza l'accesso alle cure – avvertono gli operatori umanitari – queste condizioni possono solo peggiorare fino a rendere potenzialmente pericolose per la vita anche malattie croniche o curabili”.

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