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Scuola, lo Stato rivuole i soldi dai prof: 150 euro al mese

Si tratta degli scatti stipendiali ricevuti nel 2013. Il ministro Saccomanni rivuole indietro quei soldi, ma trova l’opposizione della collega all’Istruzione Maria Chiara Carrozza.
A cura di D. F.
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Il Ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha fatto trovare agli insegnanti italiani – appena rientrati dalla vacanze natalizie – un'amara sorpresa: un taglio di 150 euro dello stipendio a tutti coloro che nel 2013 hanno percepito uno "scatto" di anzianità. La misura rientra nella spending review e colpisce una categoria già ampiamente sottoposta a stress che, infatti, non ha tardato a minacciare scioperi, raccogliendo la solidarietà nientemeno che del ministro Maria Chiara Carrozza, che non ha esitato a scrivere al collega Saccomanni per chiedere l'immediata sospensione della procedura e sollecitando addirittura a dare il via libera a nuovi scatti stipendiali, spiegando che nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio e quindi a operare le trattenute per il recupero della tranche prevista.

Naturalmente i primi a protestare sono però stati i sindacati: "Le istruzioni impartite dal Ministero dell'Economia per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta", ha avvertito il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. E dalla Gilda è arrivato un aut aut: "Siamo stanchi di aspettare: vengano restituiti ai docenti gli scatti stipendiali 2012 o sarà sciopero generale". Dura anche la Flc-Cgil: "Si assiste ancora una volta a un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite. La scuola ha già contribuito pesantemente al risanamento dei conti pubblici, finanziandolo con i tagli di personale (8 miliardi di euro), con il blocco del contratto di lavoro, con il taglio del salario e con l'aumento dei carichi di lavoro".

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