Scajola, nell’inchiesta anche Tarantini e altri politici di Forza Italia
È il giorno decisivo per Claudio Scajola che in mattinata, nel carcere di Regina Coeli dove è rinchiuso dopo il suo arresto, dovrà rispondere alle domande dei pm di Reggio Calabria che lo accusano di aver favorito la latitanza dell’ex parlamentare del Pdl Amedeo Matacena indagato per mafia. Intanto però come racconta il Corriere della Sera, l'inchiesta sull'ex Ministro si allarga e i magistrati potrebbero contestare a Scajola anche altri reati ritenendolo al centro di una complessa rete formata da esponenti politici di Forza Italia e personaggi legati a quel partito con interessi economici e referenti criminali. Tra questi ci sarebbe anche Giampaolo Tarantini, il faccendiere pugliese che portava le donne a casa di Silvio Berlusconi per le feste di Arcore, ritenuto dagli inquirenti vicino all'amico di Scajola e mediatore, Vincenzo Speziali. Nel mirino della procura calabrese in particolare ci sono i rapporti di affari che Scajola intratteneva con Matacena e altri suoi sodali vicini alla ’ndrangheta calabrese.
Le indagini – Ad esempio gli investigatori della Dia stanno cercando di decifrare un incontro organizzato proprio da Matacena a bordo di uno yacht di 40 metri ormeggiato a Porto Venere. Un summit che sarebbe stato pianificato anche da Bruno Mafrici, consulente calabrese con studio a Milano già coinvolto nell'inchiesta sull’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, accusato di riciclaggio aggravato per conto della cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano. Grazie a questi e ad altri elementi raccolti durante le indagini, il procuratore Federico Cafiero De Raho, il sostituto Giuseppe Lombardo e il sostituto nazionale antimafia Francesco Curcio sono convinti dell'esistenza di un'organizzazione criminale segreta in stretto rapporto con gli ambienti della criminalità organizzata, e in particolare con la ’ndrangheta calabrese.
