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Sabrina, 13 anni: “Ho sofferto il bullismo e ho tentato il suicidio: dovevo dirlo a qualcuno”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera molto forte, tremenda, di una nostra lettrice di 13 anni, che abbiamo chiamato Sabrina Ahmed per tutelarne l’anonimato. Una storia “comune”, ci scrive, ma quello che racconta è un incubo senza senso che sta vivendo una ragazzina senza colpe. E come lei quanti altri?
A cura di Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo:

Ciao Fanpage, volevo raccontare la mia storia, che sicuramente è comune, però come dire, volevo raccontarla a qualcuno. Ho 13 anni e mi chiamo Sabrina Ahmed (nome di fantasia, ndr) potreste aver capito di cosa parlerò dal mio cognome. Ho sofferto di bullismo da alcuni miei compagni di classi rispettivamente in 1^ e 2^ media, per il mio colore della pelle e le origini di mio papà; difatti mio papà è originario del Pakistan, ma è venuto in Italia qualche decina di anni fa per cercare lavoro. Io però sono nata in Italia e malgrado tutto nessuno vietava loro di dirmi cose "brutte", non ricordo bene chi fu, ma so che una volta mi dissero che ho "la pelle sporca", cosa che all'età di 10-11 anni mi scosse assai.

Questa cosa dell'essere ridicolizzata per il colore della pelle e dell'aspetto mi ha segnato molto a quell'età, dopo un anno, sentirsi dire battute e cose come "sai che sarebbe meglio se tu non fossi nata?" tutto per le mie mezze origini, mi deteriorò. Facevo sempre finta di ridere, ma quell'anno tentai il suicidio; ora sono in prima superiore e questa cosa non è affatto passata, ho un compagno di classe che non fa che ripetermi cose come "sai che hai un cognome da terrorista?" "Occhio a non esplodere".

Sembrerà da vittima, ma sentire queste parole mi fa venire da piangere, perché penso che non sta solo "offendendo" me ma anche tutta la mia famiglia, basandosi solo sul cognome. Odio questa cosa, perché il razzismo, se così posso chiamarlo, c'è anche tra gli adulti, molte volte mi capita di sentirmi osservata in cagnesco e non me lo sogno, mi ricordo una volta da McDonald ero con papà e mio fratello e vidi una donna guardarci male, per poi distogliere lo sguardo.Ora mi chiedo io, importa seriamente così tanto il colore della pelle o il cognome per "pensare male" di una persona? Queste cose sono all'ordine del giorno per me, una cosa veramente insopportabile. 

Poi la mia situazione familiare è un po'.. delicata essendo mia mamma e mia nonna razziste contro gli immigrati, io mi metto nei loro panni, perché so cosa potrebbero passare o aver passato e le "sgrido" ogni volta che fanno così. Scusate se ho scritto un papiro, ma avevo bisogno di scrivere la mia storia a qualcuno, bene, senza passare magari per vittima e ho pensato che voi foste i migliori con cui parlarne, grazie e saluti a voi.

La casella di posta elettronica segnalazioni@fanpage.it è a vostra disposizione per qualsiasi tipo di comunicazione con la redazione. 

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