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Il papà di Monica, morta a 32 anni dopo una spirometria: “Doveva sposarsi, vogliamo la verità”

Il papà di Monica Bongallino, pizzaiola 32enne di Ginosa morta dopo essersi sottoposta ad una spirometria: “Era sana come un pesce, non abbiamo alcuna idea su quanto sia successo quella sera!”.
A cura di Ida Artiaco
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"Quella sera l’hanno accompagnata al centro medico il fidanzato e mia moglie, i medici le hanno fatto elettrocardiogramma e spirometria, poi Monica ha cominciato a sentirsi strana, non aveva un buon colorito ma dagli esami non risultava nulla di patologico. Ma la situazione peggiorava, conati di vomito, pallore e svenimenti".

Comincia così il racconto del papà di Monica Bongallino, la pizzaiola di 32 anni di Ginosa morta il mese scorso dopo essersi sottoposta ad una spirometria. Solo ieri era arrivata la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di 11 persone. Si tratta di medici e sanitari del 118 che sono intervenuti nelle fasi che hanno preceduto il decesso della giovane donna avvenuto all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto.

In una intervista al Corriere della Sera, Raffaele Bongallino ha spiegato che "non abbiamo alcuna idea su quanto sia successo quella sera, lo sa soltanto chi le è stato vicino, ma abbiamo fiducia e speriamo che se c’è stato qualche errore non possa ripetersi per qualcun altro. Abbiamo depositato un ricorso proprio per fare chiarezza".

Le cause del decesso della giovane, che avrebbe dovuto sposarsi dopo l'estate prossima, potranno essere chiarite soltanto dall'autopsia. "Monica – ha aggiunto il papà – era sana come un pesce anche se qualche piccolo fastidio ogni tanto si manifestava senza che risultasse mai qualcosa dagli esami. Di qui la visita al centro di Ginosa marina". Ma qualcosa è andato storto, non si sa neppure se durante la spirometria, che non è generalmente un esame invasivo.

La procura di Taranto ha così aperto un'inchiesta in seguito alla denuncia presentata dai familiari della donna, assistiti dall'avvocato Raffaele Errico. Dopo la spirometria la 32enne aveva accusato i primi malori con conati di vomito e la situazione era peggiorata al punto da rendere necessario il trasferimento della donna all'ospedale di Taranto dove era stata ricoverata in rianimazione.

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