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Zona 30 nel centro storico a Roma, da quando sarà attiva e cosa rischia chi supera il limite

Il limite di velocità a 30 chilometri orari sarà valido in tutto il centro storico di Roma. Ecco quando entrerà in vigore. L’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, spiega a Fanpage.it: “Niente autovelox, ma chi supera i limiti rischia tanto”.
A cura di Francesco Esposito
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I vigili urbani durante i controlli al centro di Roma (Immagine di repertorio La Presse)
I vigili urbani durante i controlli al centro di Roma (Immagine di repertorio La Presse)

Il limite di velocità a 30 chilometri orari in tutto il centro storico si farà. A Fanpage.it l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patané annuncia la data definitiva: dall’1 gennaio 2026 entrerà in vigore la "Zona 30″. Un provvedimento già attuato a Bologna e in altre città, ma che nella Capitale sta facendo discutere. Restano da definire alcuni dettagli tecnici; intanto il Campidoglio alza le mani sulla questione degli autovelox: “C’è un paradosso. Non si possono mettere su strade con un limite inferiore ai 50 chilometri orari”, commenta l’assessore Patané.

Niente autovelox sotto i 50 km/h

Con il nuovo Codice della Strada voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini ed entrato in vigore il 14 dicembre 2024 è diventato operativo anche il decreto “autovelox” dell’11 aprile 2024. Per legge, i dispositivi di rilevamento automatico non possono essere posizionati – salvo alcune eccezioni sulle strade extraurbane – dove il limite è inferiore ai 50 km/h.

Nella nuova Zona 30 del centro storico, quindi, non ci saranno autovelox. Resta la possibilità di predisporre posti di controllo con agenti della polizia locale.

Eugenio Patanè, assessore capitolino ai Trasporti e alla Mobilità.
Eugenio Patanè, assessore capitolino ai Trasporti e alla Mobilità.

Responsabilità penale: “Limite è ordine imperativo”

L’assessore resta comunque convinto dell’opportunità del provvedimento: “Il limite è un ordine imperativo della pubblica amministrazione: quando vedi una strada con il limite 30 devi per forza andare entro i 30 km/h”.

Il focus, dunque, non è tanto sulla funzione di prevenzione legata ai controlli, quanto sull’aspetto punitivo che deriva dalle conseguenze di una violazione. “Che cosa succede se non lo si rispetta? Se non succede niente probabilmente la si fa franca – continua Patané –. Se invece si investe un pedone che muore, il giudice nominerà una Consulenza Tecnica d’Ufficio (Ctu) e, se si scopre che il guidatore andava a una velocità superiore ai 30, contravvenendo al limite imposto dalla pubblica amministrazione, scatterà l’aggravante”.

Peggiorando il quadro dell’accusa di omicidio stradale. Reato per cui si rischiano fino a sette anni di reclusione anche solo per non aver rispettato le norme di circolazione.

Dovrà bastare, dunque, il senso di responsabilità a far rispettare il nuovo limite. “Non solo nei confronti delle vite altrui – sottolinea l’assessore Patané – ma anche nei confronti della propria, che non sarà più la stessa. Perché viene ritirata la patente, si perde il lavoro, si sporca la fedina penale e non si può più accedere a concorsi pubblici. E questo lo dico per i ragazzi giovani”.

“Quindi, quando si dice: ‘Ma tanto che mi importa, non c’è l'autovelox, faccio quello che mi pare’ – aggiunge – attenzione. Perché questo ragionamento rischia di essere un grande boomerang”.

Le altre zone 30

Autovelox o no, la Zona 30 nel centro storico ci sarà. E non sarà sola. “Perché abbiamo già delle zone 30 o delle strade a 30 km/h. Penso a Casal Monastero, a Casal Bertone, a Ostia Antica. Inoltre, il 48% delle strade del centro storico ha già questo limite di velocità”, chiarisce Patané.

Il progetto di rallentare le macchine non si fermerà il 1° gennaio 2026. “Abbiamo già individuato 52 delle ulteriori mille strade in cui applicarlo.”

L’importanza del limite a 30: il caso di Bologna

Le accuse di voler paralizzare il traffico non scalfiscono l’amministrazione di Roberto Gualtieri, la cui priorità sulle strade – come affermato più volte dall’assessore Patané – resta la sicurezza. “Il limite a 30 km/h serve a salvare vite – continua – perché se si investe un pedone a 50 km/h c’è il 50% di possibilità che muoia, se lo si fa a 70 km/h la probabilità sale al 90%”.

Una posizione sostenuta dai dati che arrivano da Bologna, città che ha reso zona 30 il suo centro storico e non solo. Il primo anno di applicazione nel capoluogo emiliano ha dato risultati significativi: le morti su strada in generale si sono quasi dimezzate (-49%), mentre per la prima volta dal 1991 non è deceduto neanche un pedone.

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