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Viaggi e cene di lusso con i soldi delle offerte: assolto dalle accuse l’ex abate di Montecassino

Dopo una camera di consiglio durata circa un’ora, la corte ha accolto le richieste dei legali dei due imputati, don Pietro Vittorelli e suo fratello Massimo, e li ha assolti perché i fatti contestati non costituiscono reato.
A cura di Enrico Tata
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Il fatto non sussiste. L'ex abate di Montecassino è stato assolto dall'accusa di aver sperperato i soldi dei monaci in spese private. Appropriazione indebita il reato contestato dai pm a don Pietro Vittorelli, ma per i giudici l'abate ha agito correttamente. Secondo l'accusa i soldi sarebbero stati prelevati dai conti della diocesi e utilizzati per hotel di lusso, viaggi all'estero e cene al ristorante. Ma per gli avvocati di don Pietro, tesi poi accolta dalla corte, quelle spese erano del tutto legittime, poiché gli hotel e i ristoranti erano stati prenotati per la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù e per attività legate alla Conferenza Episcopale Italiana. Incontri, insomma, che rientravano nei compiti e nei doveri dell'ex abate.

Sotto accusa anche il fratello del prete, Massimo, broker bancario accusato di riciclaggio. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, quest'ultimo avrebbe ricevuto dall'abate circa 100mila euro da un conto Ior. Durante l'udienza gli avvocati difensori dei due fratelli hanno dichiarato che quei soldi erano stati prelevati non dal conto della diocesi, su cui viene accreditato l'8 per mille dei fedeli, ma dal conto della comunità monastica. Si tratta di donazioni private su cui l'abate ha piena disponibilità. A seguito delle indagini iniziate nel 2015 a causa di un'informativa della Guardia di Finanza, don Vittorelli aveva rassegnato le sue dimissioni ed aveva lasciato l'abbazia di Montecassino.

Oggi il procuratore ha sollecitato le assoluzioni per don Pietro, per prescrizione del reato, e il fratello Massimo con la formula di non aver commesso alcun reato. Dopo una camera di consiglio durata circa un'ora, la corte ha accolto le richieste dei legali dei due imputati e li ha assolti perché i fatti contestati non costituiscono reato.

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