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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Vaiolo delle scimmie, virus presente nel liquido seminale: la scoperta dello Spallanzani

Lo Spallanzani di Roma è stato il primo istituto al mondo a scoprire che il virus del vaiolo delle scimmie è presente nel liquido seminale e può replicarsi in laboratorio.
A cura di Natascia Grbic
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L'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma hanno scoperto che il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente nel liquido seminale di una persona affetta da questa malattia e replicarsi. Gli infettivologi di Roma sono i primi a dimostrare che in coltura cellulare il virus può infettare e replicarsi in laboratorio. Il materiale genetico del virus è stato trovato nel liquido seminale di sei dei sette pazienti studiati allo Spallanzani, ma in questo caso – a differenza degli altri – è stato anche isolato in coltura. Le ricerche sono ancora in corso, in modo da capire come questo virus viene trasmesso da persona a persona. La scoperta è importante perché permette di fare luce sulla trasmissione sessuale del virus, che al momento conta circa mille casi nel mondo.

La scoperta dello Spallanzani, primi al mondo

"I nostri ricercatori hanno scoperto, primi al mondo, che il virus responsabile del vaiolo delle scimmie può essere presente nel liquido seminale. Li voglio ringraziare e voglio anche ringraziare il nuovo direttore della Virologia Fabrizio Maggi", ha dichiarato il direttore generale dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani, Francesco Vaia. "Abbiamo sempre detto, anche in tempi difficili, per esempio ai giovani, che ci possiamo e dobbiamo permettere tutto, vivere la vita ma in condizioni di sicurezza". "Questo risultato fa seguito al lavoro dei ricercatori dell'Istituto su Monkeypox che ha portato all'identificazione dei primi casi italiani, oggetto la settimana scorsa di un articolo sulla rivista del Centro europeo per il controllo delle malattie Eurosurveillance e al primo sequenziamento di Monkeypox virus in Italia che ha dimostrato l'appartenenza di questo virus al ceppo responsabile dell'attuale diffusione internazionale", conclude la nota dello Spallanzani.

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