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Covid 19

Vaccino coronavirus, nel Lazio posto per 1 milione di dosi: “Nessun problema per conservazione”

La Regione Lazio ha chiarito che non esistono nel territorio problemi di conservazione delle dosi e che c’è posto per un milione di vaccini. La campagna nel Lazio partirà il 15 gennaio, la prima a essere vaccinata sarà simbolicamente un’infermiera dell’ospedale Lazzaro Spallanzani, dall’inizio in prima linea contro la pandemia.
A cura di Natascia Grbic
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"Nel Lazio nessun problema sulla conservazione dei vaccini anti COVID-19. Già oggi il sistema è in grado di prendere immediatamente in carico 1 milione di dosi. Ci si sta attrezzando per aumentare ulteriormente la capacità. Tutte le province sono coperte. Inoltre, abbiamo previsto la possibilità di attivare ‘soluzioni dormienti' in grado di affrontare qualsiasi necessità con tutte le misure di sicurezza". Lo ha dichiarato l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio, alla quale saranno in un primo momento consegnate 179.818 dosi. Le prime dosi ad arrivare in Italia dopo il benestare dell’Ema, la cui approvazione è attesa prima di Natale, sarà il vaccino Pfizer BioNTech. La campagna di vaccinazione in Italia potrebbe partire già il 27 dicembre con i primi vaccini simbolici, ma il programma vero e proprio comincerà da gennaio. Secondo i programmi di acquisto concordati dall’Ue, al nostro Paese toccheranno inizialmente 1.833.975 dosi.

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La campagna vaccinale nel Lazio

Secondo quanto dichiarato dall'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, il primo vaccino nel Lazio sarà inoculato il 15 gennaio. A ricevere la prima dose sarà un'infermiera dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. D'Amato ha poi specificato che in questa prima fase saranno vaccinate precisamente 202.384 persone e "ognuno riceverà sia la prima che la seconda dose del vaccino Pfizer", che saranno somministrate entro quattro settimane. I primi a essere vaccinati saranno gli operatori sanitari, ai quali seguiranno gli ospiti delle Rsa e i soggetti più deboli. L'inoculazione del vaccino è ovviamente su base volontaria. "Le priorità riguardano le classi d’età e abbiamo fatto un gran lavoro per classificarle: ci sono ad esempio 178mila ultra 85enni e altrettanti 75enni-84enni  – ha illustrato l'assessore D'Amato – Ci sono persone fragili che avranno la priorità: penso ad esempio a chi ha patologie croniche, ai trapiantati, ai malati oncologici, ai cardiopatici. È importante avere a disposizione ulteriori piani".

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