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Ubriaca, morde e picchia il figlio 13enne: “Il ragazzo vomitava dall’ansia e si voleva suicidare”

Mordeva, picchiava e sminuiva suo figlio 13enne, con queste accuse una donna è finita a processo per maltrattamenti. In primo grado ha ricevuto auna condanna a due anni di reclusione. La difesa attende le motivazioni della sentenza poi ricorrerà in Appello.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Una donna è accusata di maltrattamenti nei confronti di suo figlio tredicenne. Finta a processo, la quarantaseienne, difesa dall'avvocato Gabriele Romanello, è stata condannata in primo grado a due anni di reclusione. Il giovane si sarebbe trovato a vivere in grave difficoltà: stava male e pensava al suicidio, a causa delle presunte ripetute violenze fisiche e piscologiche di sua madre. Il pubblico ministero durante la requisitoria ha ricostruito la vicenda in aula davanti ai giudici.

I fatti risalgono al 2019, a denunciare le presunte violenze perpetrate nei confronti del ragazzo è stato suo nonno paterno. Era da lui infatti che il giovane si rifugiava per sfuggire alle angherie della madre. Il nonno si è rivolto alle forze dell'ordine, raccontando quanto accadeva al nipote sencondo la sua ricostruzione dei fatti. Così sono partite le indagini coordinate dalla Procura.

Come riporta Il Messaggero la donna, spesso ubriaca, metteva in atto violenze ficihe e psicologiche nei confronti di suo figlio. Lo insultava e sminuiva, lo mordeva e prendeva a botte. Per il giovane era diventato impossibile vivere con lei, perché era costretto a stare in un continuo clima di terrore. Il ragazzo stava così male che "vomitava dall'ansia" ha spiegato il pm. Un disagio psicologico che lo ha portato al punto di confidarsi con un compagno di classe, dicendogli di volesi suicidare.

La mamma diceva a suo figlio di odiarlo e a volte capitava che lo chiudesse a chiave in camera per ore, senza permettergli di uscire. L'avvocato della donna ha dichiarato che la ricostruzione resa dal nonno paterno è dovuta al fatto che non aveva mai accettato la compagna del figlio. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, successivamente il legale della difesa ha annunciato l'intenzione di ricorrere in Appello.

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