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Covid 19

Tornano le lezioni in presenza: boom di contagi. I presidi: “Classi sovraffollate un grosso problema”

Dopo la riapertura delle scuole nella Capitale, disposta il 6 aprile, intere classi sono tornate a casa dopo diversi casi di positività al Covid-19. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, Mario Rusconi, ha spiegato a Fanpage.it le principali criticità riscontrate nel rientro a scuola in sicurezza tornando a chiedere uno screening degli studenti.
A cura di Paola Palazzo
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Nelle scuole romane torna l'incubo della Dad. Neanche una settimana dopo dalla riapertura delle scuole, intere classi sono tornate a casa dopo diversi casi di positività al Covid-19. Quando un ragazzo o insegnante viene contagiato dal virus, la scuola entra immediatamente in contatto con all'Asl che dispone la quarantena obbligatoria per tutta la classe. L'isolamento termina quando i soggetti coinvolti risultano negativi al tampone. "Avevamo chiesto che fossero messi dei camper attrezzati nelle scuole per effettuare i tamponi ai ragazzi e al personale scolastico", ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio e dirigente del liceo scientifico Pio IX sull'Aventino. Tutto questo non è mai avvenuto "perché le postazioni di screening sono un costo eccessivo per la Ragione". Intanto le scuole si sono attrezzate per rispettare le misure di sicurezza ed evitare per quanto possibile il rischio di contagio. "Abbiamo i termoscanner che ci segnalano se un ragazzino è infetto o meno e per evitare assembramenti sono stati bloccati gli accessi alle macchinette. Ma non basta – ha sottolineato Rusconi – quel famoso tracciamento a tappeto per gli alunni annunciato mesi fa non è mai stato effettuato". Bocciata dalla maggior parte dei presidi la decisione del governo di sospendere le vaccinazioni anti-Covid al personale scolastico. "Erano stati vaccinati più di un milione tra presidi, insegnanti e personale. Ne mancavano circa 300 mila – ha dichiarato Rusconi – Certamente bisognava dare priorità alle categorie di anziani e fragili, ma lasciare a metà un'operazione già avviata è disfunzionale"

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Aule piccole e troppi alunni per classe: "Impossibile la distanza di un metro"

Gli studenti passano circa sei ore al giorno a scuola. Il rischio contagio aumenta se non si riesce a mantenere la distanza di sicurezza di un metro perché le aule sono troppo piccole rispetto al numero di alunni presenti.  "Una classe ha in media dai 25 ai 30 alunni. Sono troppi, non si riesce a mantenere il distanziamento adeguato – ha commentato il presidente dell'Anp Lazio –  avevamo chiesto che fossero rivisti i numeri degli organici per ogni classe, ma questo significherebbe trovare spazi e l'edilizia italiana scolastica è ferma agli anni Settanta". Questo va a discapito anche della qualità dell'insegnamento perché "i docenti non riescono a seguire al meglio tutti i ragazzi, soprattutto quelli più in difficoltà". Da quanto appreso dal preside dell'Istituto Pio XI, questa mattina nella Capitale quattro le scuole hanno disposto la Didattica a distanza per alcune classi: All'Istituto Tecnico Agrario Sereni, al VII Circolo didattico Montessori e agli Istituti comprensivi Canevari e Artemisia Gentileschi. "Siamo favorevoli alla riapertura delle scuole in presenza disposta dopo le festività pasquali. La Dad sta creando una serie di problemi nei ragazzi a livello psicologico, formativo e relazionale. Inoltre temiamo che gli studenti all'ultimo anno delle superiori possano avere serie difficoltà nel superamento dei test di accesso alle università". Intanto ieri a Latina , ad uno solo giorno dalla riapertura, hanno chiuse le prime classi. Cinquanta studenti sono risultati positivi al coronavirus in alcune scuole di Latina città, Aprilia, Formia e Cisterna. Quarantena obbligatoria per gli alunni e docenti delle classi coinvolte che nel frattempo sono tornati in Dad.

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