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Tobia Zevi: “Le primarie sono utili, per vincere a Roma puntiamo ai voti del M5S”

Classe 1983, la tessera del PD in tasca ma nessun incarico di partito, Tobia Zevi si candida a sindaco di Roma per il centrosinistra aspettando di conoscere la data delle primarie. Convinto che non basterà l’eventuale discesa in campo di un “big” per vincere la sfida per il Campidoglio, negli studi di Fanpage.it ha raccontato i contenuti e gli obiettivi della sua campagna.
A cura di Valerio Renzi
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Classe 1983, Tobia Zevi è il primo candidato a sindaco di Roma che ha messo il suo viso su un manifesto, mettendoci letteralmente la faccia. Ricercatore e attivista politico, è passato per diversi incarichi di natura politica dalla Provincia di Roma alla Presidenza del Consiglio con Paolo Gentiloni, e da tempo si propone per correre alle primarie del centrosinistra, con la tessera del PD in tasca ma senza nessun incarico di partito. Primarie che però ancora non si sa e quando si terranno, con i vertici dei dem che sarebbero molto tentati dalla scelta di un candidato senza passare per le consultazioni ai gazebo. Negli studi di Fanpage.it ha raccontato la sua campagna elettorale e le priorità che il futuro sindaco si troverà ad affrontare.

Comunali 2021, i suoi sono i primi manifesti da candidato sindaco a comparire in città. Non è presto visto che ancora non si sa se il centrosinistra svolgerà le primarie?

No, perché noi siamo già molto in ritardo, Roma non può rimanere indietro, e perché tra pochi mesi si vota e siccome non ho paura del lavoro che sto facendo e delle idee che esprimo ritengo che sia giusto e ritenevo che fosse giusto partire senza i temporeggiamenti dei partiti e delle coalizioni. I miei manifesti hanno ovviamente la mia faccia perché chiaramente mi devo far conoscere, ma hanno anche, per metà del manifesto, delle grandi questioni che interessano la vita dei romani. Quindi una campagna elettorale atipica in cui appunto come recita il mio slogan, “il candidato Zevi serve per Roma, la città” perché la condizione in cui versa questa città è veramente non è più tollerabile.

Le primarie senza ‘big' non rischiano di essere utili solo alla visibilità dei candidati?

Non esiste oggi un sindaco o una sindaca in grado di salvare la città, grazie solo al fatto che ha un bel curriculum o ha avuto dei ruoli importanti, serve un grande lavoro di squadra e serve un grande lavoro politico. Il punto è che l’alternativa alle primarie si sarebbe dovuta realizzare due anni fa, quando ci saremmo dovuti mettere, come io chiedevo, come io e altri chiedevamo, tutti insieme a ragionare di un’alleanza sociale, una classe dirigente, un programma di governo, ma tutto questo lavoro non è stato fatto e quindi oggi noi ci troviamo a pochi mesi dalle elezioni con il rischio di immaginare una soluzione in cui arriva qualcuno – persone per carità stimabilissime, conosciutissime, bravissime – che senza aver fatto questo lavoro rischia di trovarsi totalmente isolato rispetto alla città.

Un’alleanza M5S-Pd a Roma è ancora un’ipotesi possibile?

Non ho mai creduto che esistesse davvero questa possibilità. Io ho criticato negli ultimi anni molto aspramente la Raggi, e lo continuo a fare perché penso che abbia male amministrato. Allo stesso tempo ho sempre ripetuto che è giusto che un sindaco uscente o una sindaca uscente in questo caso, si candidi e sottopongano il suo lavoro al giudizio degli elettori. Noi abbiamo il dovere di costruire un'alternativa un'alternativa che secondo parta dalla coalizione di centro-sinistra un'alternativa che secondo me deve rivolgersi anche all’elettorato 5 Stelle. Oggi noi abbiamo la possibilità di rivolgersi a quell’elettorato, che secondo me è molto deluso da Virginia Raggi e dire a loro: “Guardate che noi oggi siamo diversi, possiamo fare una cosa diversa possiamo cambiare Roma”.

Quali sono le priorità per chi governerà Roma nei prossimi cinque anni?

Immediate sono direttamente legate ai servizi essenziali e quindi mobilità, trasporto pubblico pulizia delle strade e ciclo dei rifiuti, la gestione della pubblica amministrazione in particolare con alcune questioni tipo le buche che sono molto sentite dai cittadini. Dopodiché però c'è bisogno anche di una visione di medio termine perché è chiaro che non basta fare l’ordinario.

Quali sfide per la città di fronte alla crisi innescata dal Covid?

Uno: il rilancio economico di questa città, Roma non sa più di che campare ormai da molti anni non sa più attorno a quali settori costruire e ricostruire la propria economia e secondo me l'economia di Roma non può che essere legata al fatto che Roma è attrattiva per il mondo aperta e attrattiva per il mondo. Noi abbiamo una città in cui decine di migliaia di persone e migliaia e migliaia di aziende rischiano di chiudere o di non avere più un reddito da qui alle prossime settimane, ai prossimi mesi e dall'altra parte serve una politica che riduca strutturalmente le diseguaglianze. Oggi a Roma si campa di meno a seconda di quale Municipio sei nato o non sei nato, oggi a Roma ci sono livelli di istruzione e di benessere che sono paragonabili per diversità a  quelli delle città del terzo mondo. Allora questo secondo me è una priorità della prossima amministrazione.

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