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Covid 19

“Tamponi e test sierologici per tutti”, la richiesta del sindacato degli infermieri

Tamponi periodici e test sierologici per verificare la quantità di anticorpi. Sono queste le richieste avanzate dal sindacato Nursind per il personale sanitario, sociosanitario e per tutti coloro che lavorano in zone a rischio contagio. Nell’ultimo mese si sono contagiati 1848 operatori sanitari.
A cura di Simona Berterame
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I sanitari sono stati i primi a sottoporsi al vaccino anti Covid-19 e sono trascorsi ormai oltre sette mesi dalla somministrazione che si è conclusa lo scorso febbraio. Il Governo e il Comitato tecnico scientifico in queste settimane stanno discutendo sui tempi necessari e sulle modalità per somministrare la terza dose alla popolazione pensando alle varie categorie. Nel frattempo si registra un aumento dei contagi tra gli operatori sanitari e in particolare tra gli infermieri, il fronte più esposto nella lotta contro il Covid-19.

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"Eravamo ben consapevoli del fatto che il vaccino non ci tiene lontani dal contagio – spiega Stefano Barone, segretario provinciale Nursind Roma-  Si è abbassato notevolmente il rischio di finire in terapia intensiva o di morire per complicanze dovute da coronavirus". Il sindacato Nursind Roma chiede agli addetti ai lavori che venano concessi tamponi al personale sanitario e controlli sierologici per monitorare gli anticorpi. Uno screening necessario in vista della terza dose, anche per comprendere in che modalità e tempo sia necessaria per il comparto sanitario. "Come organizzazione sindacale non vorremmo che si ripetesse causa mancanza di controlli ulteriori cluster nei nosocomi romani che andrebbero inevitabilmente a colpire il personale sanitario operante all’interno delle strutture territoriali ed ospedaliere" scrivono in una nota. "Servirebbero dei tamponi periodici da fare al personale da fare almeno ogni quindici giorni per garantire che non ci siano positivi, perché gli infermieri sono comunque a rischio di contrarre l'infezione e di portarla all'interno dei reparti, potenzialmente contagiando i pazienti" conclude Barone.

Ospedali affollati

Un altro fenomeno da tenere sotto controllo è l'aumento progressivo degli ingressi in ospedale e in particolare nei pronto soccorso, sempre più affollati. Secondo Massimiliano Conte, infermiere e delegato RSU Nursind "Era prevedibile che in questo periodo i pronto soccorso tornassero a regime ossia fossero nuovamente pieni, adottando percorsi differenziati riducono gli spazi a loro disposizione". Mantenere il distanziamento diventa perciò sempre più difficile e il rischio contagio aumenta. L ’Istituto superiore di sanità ha pubblicato i dati aggiornati all’ultimo mese. Su base nazionale sono stati 1811 gli operatori sanitari contagiati di cui l’84% infermieri .

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