Taglio da 50 milioni alla Metro C in manovra, l’assessore Onorato: “Grave errore, Meloni intervenga”

"Un grave errore a cui mi auguro che la presidente Meloni metta rimedio". Così Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha commentato a Fanpage.it la conferma del taglio da 50 milioni ai finanziamenti del governo alla Metro C. I moltissimi emendamenti proposti dalle opposizioni in Senato, che chiedevano il ripristino della cifra e l'aumento del budget per la mobilità di Roma, sono stati bocciati in commissione Bilancio. La questione, però, non è chiusa: il Partito Democratico e non solo continueranno la battaglia per la terza linea della metropolitana fino al 30 dicembre, quando la manovra dovrà essere chiusa e approvata.
Le conseguenze del taglio per la tratta T1 della Metro C
Il taglio andrebbe a impattare sui tempi e sul progetto della tratta T1 della Metro C, quella che collegherà la stazione di Clodio/Mazzini con il nuovo capolinea di Farnesina, passando dal quartiere Flaminio con la fermata Auditorium. "Si tratta di un'opera essenziale per la capitale d’Italia – aggiunge l'assessore Onorato -. Collegherà tutta la città, cambierà la viabilità di Roma con una tratta che arriverà a toccare anche luoghi come lo Stadio Olimpico, il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano e l'Auditorium Parco della Musica". Tutti punti di grande concentramento oggi sprovvisti di un collegamento rapido come sarebbe quello della metropolitana.

"A rischio un progetto da quasi un miliardo per un taglio da 50 milioni"
"È da irresponsabili tagliare il finanziamento a cantieri in corso – aggiunge Onorato a Fanpage.it -. Mi auguro che, dopo le rassicurazioni che sono state fatte, il Governo non penalizzi Roma mettendo a rischio, per un taglio di 50 milioni, un progetto da quasi un miliardo di euro". Quello della metro C, infatti, è un progetto di lungo corso e rientra nella vecchia Legge Obiettivo del 2001, per cui non si può approvare un'opera pubblica se non sono prima stati stanziati tutti i fondi necessari alla sua realizzazione.
Il Campidoglio aveva realizzato un piano d'esecuzione da 900 milioni di euro, "una cifra già molto risicata", aveva detto a Fanpage.it a ottobre l'assessore alla Mobilità Eugenio Patanè. Anche se questi 50 milioni venissero "spostati" più avanti nel tempo, il taglio obbligherà a presentare un progetto definitivo più risicato se si vuole a iniziare a scavare la tratta T1 nella seconda metà del 2026. Tramonterebbe l'idea del parcheggio di scambio da seicento posti auto a Farnesina. Inoltre, erano già stati eliminati i ‘tronchetti' di ricovero per i treni a piazzale Clodio, fondamentali nei casi di emergenza e chiusura della tratta perché i treni sarebbero potuti partire dalla T2 e non si sarebbe dovuto interrompere l'intero servizio.
Bocciati gli emendamenti del Pd e di Claudio Lotito
Per questo erano entrati in azione, chiamati alle armi dal sindaco Roberto Gualtieri, alcuni senatori romani del Pd come Filippo Sensi, Beatrice Lorenzin, Cecilia D'Elia, Daniele Manca e Antonio Misiani, che hanno proposto decine di emendamenti alla legge di bilancio. Ma anche il senatore di Forza Italia e presidente della Lazio Claudio Lotito. La futura fermata di Auditorium, infatti, sorgerà a circa 150 metri dallo Stadio Flaminio, che la società biancoceleste vorrebbe prendere in concessione e ristrutturare.
Non è ancora finita fino al 30 dicembre, ma il Campidoglio inizia a studiare piani di riserva, che, però, non sarebbero graditi ai cittadini. Secondo quanto riferito a ottobre dall'assessore Patané, infatti, nel caso in cui tagli di questo tipo dovessero verificarsi anche l'anno prossimo, cambierebbero i progetti di lavorazione della T1. Le ‘talpe', le grandi macchine di scavo delle tratte della metropolitana, dovrebbero essere calate a piazzale Clodio e non a Farnesina. Questo significa che centinaia di camion di terra di scavo al giorno dovrebbero attraversare un'area congestionata dal traffico anziché una meno urbanizzata e vicina alla tangenziale.