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Stupro al parco davanti al fidanzato, continuano le ricerche di due degli aggressori: “Sono scappati da Roma”

Si cercano ancora due dei cinque aggressori autori dello stupro ai danni di una 18enne nel parco di Tor Tre Teste: costretto ad assistere alle violenze il fidanzato della giovane.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Fuggiti fuori Roma, potrebbero trovarsi in tutta Italia. Difficile, secondo gli inquirenti, che siano riusciti a scappare all'Estero. Questa l'ipotesi di chi indaga per rintracciare due de cinque aggressori che hanno violentato una ragazza nel parco di Tor Tre Teste davanti al fidanzato. I fatti risalgono al mese scorso, anche se l'intera vicenda è stata resa nota soltanto negli ultimi giorni, quando il gruppo si è avvicinato all'automobile in cui si era appartata la coppia e l'ha costretta a scendere. La ragazza è stata trascinata in mezzo agli alberi, mentre il fidanzato è stato immobilizzato da tre persone, costretto a guardare mentre si consumavano le violenze.

Già rintracciati e arrestati, nei giorni successivi ai fatti, tre degli aggressori. Ancora ricercato, invece, l'individuo che potrebbe rivelarsi essere l'autore dello stupro (visto che le analisi sul Dna dei tre già arrestati svolte finora hanno dato esito negativo) e colui che avrebbe fatto da palo.

Le ricerche degli aggressori: non soltanto Roma

Il primo è stato rintracciato la sera stessa, grazie alla segnalazione di un residente che lo ha indicato alle autorità illuminandolo con una torcia. Poi, nei giorni successivi, in zona Quarticciolo, è stato rintracciato anche il secondo. Si era tinto i capelli di biondo, per cercare di non essere riconosciuto. Ma non è bastato. E gli agenti della polizia lo hanno arrestato. Ci è voluto più tempo, invece, per rintracciare e individuare il terzo, che nel frattempo era fuggito a Verona, dove è stato arrestato. I tre oggi sono in carcere, accusati di concorso in stupro di gruppo e rapina aggravata e già incastrati dalle impronte digitali sui finestrini dell'auto della coppia. Sarebbero stati loro tre a immobilizzare il ragazzo, mentre la giovane era costretta a subire la violenza sessuale.

Le analisi sui telefonini

Secondo gli inquirenti, come riporta il Corriere della Sera, potrebbe essere decisivo per rintracciare i due fuggitivi passare al setaccio i telefonini sequestrati dagli individui già arrestati. In questa stessa maniera, infatti, nei giorni scorsi è stato arrestato l'aggressore scappato a Verona. Per raggiungerlo gli agenti hanno analizzato i tabulati telefonici. Le ricerche, però, si stanno rivelando piuttosto complesse: non si conoscono le sue generalità ed è complicato anche riuscire a ottenere indicazioni utili dagli altri componenti della banda del Quarticciolo, dove il gruppo agisce come vedette per i pusher e come spacciatori. Il Dna dell'autore delle violenze estrapolato in ospedale, quando per la vittima è scattato il Codice Rosa, e consegnato agli investigatori, non ha trovato alcun riscontro in banca dati. Ma gli inquirenti non si lasciano abbattere e continuano ad indagare in maniera serratissima.

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