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Studente cade dalle scale mentre si trova a scuola e muore: svolta nel caso, prof rischia il processo

Secondo il giudice per le indagini preliminari, che ha disposto l’imputazione coatta, il professore non stava controllando la classe. Per questo non ha impedito a Stefano di salire al piano superiore e cadere, perdendo la vita.
A cura di Natascia Grbic
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Svolta nel caso di Stefano Bacigalupo, lo studente di tredici anni morto nell'ottobre 2017 dopo essere precipitato dalla tromba delle scale dell'Istituto Santa Maria a Roma. Il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, che ha ipotizzato il gesto volontario, e disposto l'imputazione coatta per il docente che in quel momento avrebbe dovuto controllare la classe. Il professore rischia di essere accusato di omicidio colposo.

Secondo quanto ritenuto dal giudice Gaspare Sturzo, il docente era rimasto a chiacchierare con un collega violando "un dovere specifico di vigilanza" e consentendo al 13enne "di trovarsi senza sorveglianza alcuna nei pressi di un luogo pericoloso come la ringhiera al piano superiore e per goliardia o per spinta o per decisione propria, cadere nel vuoto e perdere la vita".

Da valutare anche la posizione di tre dirigenti della scuola per i quali la posizione era stata archiviata.

"Finalmente abbiamo sentito affermare che nessuno vigilava su nostro figlio in un luogo pericoloso come quella scala durante l'orario scolastico e che non è salito da solo, né si può affermare se vi sia stata una rissa, una goliardata o un gesto volontario, ma che è certo che quanto accaduto si sarebbe potuto evitare – hanno dichiarato i genitori di Stefano, Gianmarco Bacigalupo e Angela Mattiello Dopo 5 anni di negligenze incomprensibili, un passo verso la verità; ma lo sdegno resta per il tempo perso. Peraltro i responsabili dell'Istituto Santa Maria non ci hanno mostrato alcuna vicinanza".

Alla fine della lezione Stefano avrebbe salutato i compagni di classe, andando verso le scale. Quello che è successo dopo, non è molto chiaro: per gli inquirenti il 13enne si sarebbe suicidato, per i genitori no. Da sempre hanno sostenuto che la scuola avrebbe dovuto vigilare: se fosse stato fatto, il ragazzino non sarebbe morto.

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