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Sparatoria alla Magliana, ferito 56enne: l’ipotesi di un avvertimento per affari di droga

Un agguato legato ad affari di droga quello di ieri mattina alla Magliana dove un uomo di 56 anni è stato raggiunto da due spari.
A cura di Beatrice Tominic
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Via Pian Due Torri, civico 47 alla Magliana, dove sono partiti gli spari.
Via Pian Due Torri, civico 47 alla Magliana, dove sono partiti gli spari.

Un avvertimento. Questa la funzione dei colpi esplosi nella mattina di ieri, lunedì 25 marzo 2024, alla Magliana dove, verso le 9.30, da una Fiat Panda sono partiti due spari che hanno raggiunto un uomo di 56 anni  in via Pian Due Torri all'altezza del civico 47. Trasportato d'urgenza all'ospedale San Camillo, non si trova in gravi condizioni.

Sul caso, dopo l'arrivo della Squadra Mobile per i primi soccorsi, sono arrivati gli agenti dell'Antimafia che hanno iniziato ad indagare per tentato omicidio. Nell'auto da cui sono partiti i colpi, su cui indagano gli inquirenti, si sarebbero trovate almeno tre persone al momento degli spari. L'uomo raggiunto con un colpo alle gambe, sarebbe già noto alle forze dell'ordine, secondo quanto riporta il Messaggero, per precedenti legati ad affari di droga.

I precedenti del 56enne

Fra il 2008 e il 2010 il cinquantaseienne è stato oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza, con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti, poi raggiunto, nel 2011, di un'ordinanza di custodia cautelare.

Dopo, a fine novembre del 2020, sono stati attestati legami della vittima della gambizzazione anche con altri criminali della zona, attivi soprattutto nel traffico di stupefacenti. Secondo quanto emerso dalle indagini del Gico della Guardia di Finanza nell'operazione del "denaro volante" all'Esquilino, che permetteva di trasferire capitali all'estero con la collaborazione dei cinesi, l'uomo avrebbe preso parte anche ad uno scarico di droga da circa 134 chili di hashish arrivati nella capitale dall'estero destinati a Simone Capogna e Antonio Gala, noti narcos capitolini, che lo avrebbero presto rivenduto ad un gruppo di albanesi.

Nello scarico, con loro, anche l'uomo raggiunto dai colpi ieri mattina. Insieme si sarebbero occupati, secondo la testata romana, di spostare la merce in un nuovo stabile. I tre avevano paura che il deposito potesse essere scoperto dopo l'arresto di uno degli acquirenti.

I legami con l'omicidio Gioacchini

Non solo droga. I nomi di Capogna e Gala sarebbero legati a cneh a quello di Andrea Gioacchini, conosciuto come Barbetta, colpito e ucciso in auto dopo aver accompagnato i figli a scuola, mentre si trovava ancora parcheggiato davanti all'istituto della Magliana nel 2019. Per il suo omicidio ci sono stati tre fermi. Arrestato con l'accusa di essere il mandante, Ugo Di Giovanni: è per lui che, dopo aver lavorato con Gioacchini, avrebbe iniziato a lavorare Capogna.

Secondo quanto ricostruito dalla testata, proprio per queste ragioni, l'agguato di ieri mattina potrebbe essere collegato all'arresto di Di Giovanni. Nel frattempo, però, dall'ospedale, l'uomo tace: nessuna collaborazione con gli inquirenti che sono sempre più convinti si sia trattato di un agguato studiato: la Panda Nera con le tre persone a bordo sarebbe stata avvistata più volte mentre faceva avanti e indietro lungo il tratto di strada. Segno che, forse, stava proprio aspettando il suo obiettivo.

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