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Soldi per non controllare i lavori stradali scadenti di Mirko Pellegrini: indagati 5 funzionari comunali

Sono accusati di non aver controllato i lavori stradali scadenti di Mirko “Mr Asfalto” Pellegrini in cambio di denaro. Indagati anche due poliziotti.
A cura di Francesco Esposito
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Come l'animale mitologico, La Fenice Srl di Mirko "Mr Asfalto" Pellegrini, imprenditore edile attivo nel rifacimento di strade, rinasceva dalle ceneri di un lavoro mal fatto e otteneva nuovi fruttuosi appalti pubblici. Questo perché, secondo quanto ricostruito dalla procura di Roma, era protetto su due lati: sul politico, per cui è accusato di finanziamento illecito verso esponenti del Pd laziale, e su quello amministrativo. Sono, infatti, cinque i funzionari indagati perché dietro compenso avrebbero chiuso uno o due occhi sui rifacimenti scadenti di Pellegrini.

Tutti dipendenti di enti pubblici o società controllate che, come si legge nell'avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Lorenzo Del Giudice, supportavano Mr Asfalto "in espedienti maliziosi e ingannevoli idonei a far apparire l'esecuzione del contratto conforme con gli obblighi assunti". Dai verbali sembrava che Pellegrini avesse lavorato bene, secondo quanto pattuito nella gara d'appalto, "con particolare riguardo allo spessore del manto d'asfalto realizzato e alla quantità del materiale impiegato".

Da 30mila euro al 5% dell'appalto: quanto intascavano i funzionari corrotti

False valutazioni che avrebbero avuto un costo non di poco conto. Il geometra del dipartimento Simu (Infrastrutture e Lavori Pubblici) di Roma Capitale Paolo Di Stefano, avrebbe intascato circa 30mila euro e ricevuto in regalo due orologi di pregio "per omettere controlli o svolgere controlli mirati sulla regolarità dei lavori stradali compiuti sui cantieri stradali Acqua Acetosa-Ostiense", scrivono i pm.

La stessa cifra sarebbe stata consegnata a un altro dipendente del Simu, Alessandro Zaghini, che avrebbe dato una mano a Pellegrini omettendo di controllare la qualità dei lavori che stava svolgendo su via Palmiro Togliatti.

Gli affari d'oro a Roma e non solo

Secondo gli inquirenti, Mr Asfalto non cercava buoni affari – e chi potesse aiutarlo a ottenerli – solo a Roma, ma anche in altre zone del Lazio. Sul registro degli indagati è finito anche Luigi Costantini, dipendente di Astral, l'azienda pubblica di proprietà della Regione che si occupa del sistema stradale. Anche lui avrebbe ricevuto 30mila euro per aver aiutato Pellegrini con dei rifacimenti a Leonessa, in provincia di Rieti.

Due funzionari di Roma Capitale, invece, avrebbero preferito ricevere il 5% dell'appalto ottenuto da Mr Asfalto. Il direttore del Dipartimento VII Ufficio di direzione viabilità sud di Roma Capitale, Claudio Di Biagio, e il Responsabile Unico Procedimento di Città Metropolitana, Giovanni Tozzi, sono accusati di essere stati corrotti "affinché gli stessi ammettessero il subappalto della società la Fenice Srl contrariamente a quanto previsto nel bando di gara". Ma nell'inchiesta sono finiti anche due poliziotti, Mario del Tosto e Antonio Sciò, indagati di corruzione per atti contrari ai loro doveri d’ufficio. In cambio di denaro, non avrebbero sequestrato un mezzo de La Fenice Srl, che ora, con questa inchiesta, potrebbe non rinascere più.

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