Si finge regista e violenta aspiranti attrici, un’altra donna accusa Claudio Marini di molestie

Molestie durante i casting, spunta un'altra donna presunta vittima di Claudio Marini, a processo davanti al Tribunale di Roma e già condannato a 11 anni e 9 mesi di carcere per aver violentato varie ragazze, fingendosi un regista del mondo dello spettacolo. Come spiega alla Repubblica Luigi Mancini, l'avvocato di parte civile dell'aspirante attrice, avrebbe detto alla donna che il McDonald's non era un luogo adatto al provino e che se non avesse avuto un esito positivo la responsabilità sarebbe stata la sua. Marini infatti come location proponeva la sua abitazione, con il pretesto di risparmiare soldi per i casting.
Le denunce delle donne vittime di violenza ai provini
L'imputato ha dichiarato di aver scelto ruoli per i casting in cui sono previsti delle scene di baci. Ma ciò che è emerso dalle denunce delle ragazze riporta tutt'altro. Le donne che hanno partecipato ai casting e denunciato hanno parlato di molestie e violenze sessuali. La Procura ha riscotruito il quadro di ciò che accadeva: con il pretesto del provino Marini baciava in bocca le aspiranti attrici, palpeggiando seno e glutei. A Marini è stato anche contestato il fatto di utilizzare identità fittizie per nascondere il suo vero nome, lui si è difeso spiegando che la sua intenzione era quella di mantenere separate le due attività di regista e giornalista.
Claudio Marini già condannato per violenze
Le molestie e le violenze contestate a Claudio Marini sarebbero avvenute tra il 2019 e il 2020 e riguardano diverse vittime. Claudio Marini ora accusato da una nuova donna è già stato condannato per violenze durante i provini. Nei suoi confronti il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a nove anni di reclusione e i giudici hanno accolto la richiesta aumentando la pena e lo hanno escluso in perpetuo dai pubblici uffici. La sentenza è importante nel panorama del mondo dello spettacolo, con il movimento ‘me too' italiano per la tutela delle donne dai diritti negate, dalle molestie e violenze sessuali. L'associazione Differenza Donna si è costituita parte civile nel processo.