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Sequestrato il campo nomadi di Castel Romano, ma per i 500 abitanti non c’è ancora soluzione

Eseguito il sequestro preventivo del campo nomadi di Castel Romano e di alcune aree adibite a discarica abusiva. Si tratta di circa 65mila metri quadrati all’interno dell’area protetta di Decima Malafede.
A cura di Enrico Tata
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Sequestrato il campo nomadi di Castel Romano
Sequestrato il campo nomadi di Castel Romano

Eseguito il sequestro preventivo del campo nomadi di Castel Romano e di alcune aree adibite a discarica abusiva. Si tratta di circa 65mila metri quadrati all'interno dell‘area protetta di Decima Malafede. Le indagini hanno evidenziato una situazione di gravissimo degrado ambientale. Al momento, però, per i circa 500 abitanti dell'insediamento non c'è alcuna soluzione alternativa. Dopo alcuni servizi delle Iene sulla discarica abusiva e sui ripetuti incendi all'interno del campo è stato presentato un esposto e la sindaca Raggi ha annunciato che il campo rom sarà in parte abbattuto e le famiglie, 550 persone in tutto, verranno sgomberate. In quell'area, hanno mostrato le Iene, ci sono roghi di automobili e rifiuti pericolosi che vengono bruciati ogni giorno. L’assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha confermato che le ispezioni della Asl e dell’Arpa hanno rilevato una situazione gravissima dal punto di vista ambientale e igienica. In una lettera inviata alla sindaca la Asl ha chiesto l'immediata bonifica oppure lo sgombero in tempi rapidi. Gli ispettori hanno infatti rilevato che "tutta l'area del campo e le aree limitrofe a Castel Romano non assicurano condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza sufficienti al permanere degli occupanti. Si proponeva un'emissione di ordinanza sindacale contingibile e urgente a tutela della salute pubblica per lo sgombero della struttura".

Dopo il ‘servizio-scandalo' delle Iene, ha dichiarato Carlo Stasolla, portavoce dell'Associazione 21 Luglio, "è diventato lo scacchiere su cui si sta giocando una battaglia politica tra Comune di Roma e Regione Lazio senza che nessun amministratore locale mostri un qualsiasi minimo interesse per gli anziani, le donne e i bambini che vivono da tempo condizioni drammatiche e vergognose.Adesso, dopo la battaglia delle ordinanze, si scende sul piano delle passarelle".

La lettera dell'Associazione 21 Luglio

Sono una quarantina i minori residenti, insieme alle loro mamme, nell’area F della baraccopoli romana di Castel Romano. Chi sta pensando a loro in giorni dove sulle loro baracche incombe la minaccia di uno sgombero che risuona a colpi di ordinanze, dichiarazioni e passerelle e con una campagna elettorale alle porte?

Come Associazione 21 luglio conosciamo una per una quelle famiglie: donne e bambini che vivono nell’abbandono più totale tra rifiuti, topi e lamiere nella famigerata area F dell’insediamento, quella relegata ai margini di tutto il resto del “villaggio”. La nostra vicinanza nei loro confronti si è fatta più stretta nella difficile fase del lockdown quando, contrariamente ai tanti riflettori puntati oggi, la Giunta Capitolina è stata la prima a voltarsi dall’altra parte, in piena continuità, va detto, con le passate amministrazioni.

Malgrado dal settembre 2012 le famiglie poste nell’insediamento istituzionale dell’area F vivano in condizioni drammatiche – negli ultimi anni rese ancor più dure dall’assenza del servizio idrico – è stato necessario il servizio giornalistico della trasmissione televisiva “Le iene” del 23 giugno, superficiale e dallo stampo fortemente sensazionalistico, a far scoprire all’opinione pubblica quella triste realtà. Non ci sorprende neanche il conseguente ingenuo stupore della sindaca Virginia Raggi e la sua affermazione «Mandatemi le immagini». Lei che, come tutti gli altri che l’hanno preceduta, non si sa dove fosse stata in questi anni di governo quando a Castel Romano i diritti delle bambine e dei bambini, figli delle baraccopoli, venivano sistematicamente calpestati come dimostrato dai nostri periodici rapporti.

Per l’intero “villaggio” di Castel Romano, come da “Piano rom”, è previsto dallo scorso gennaio lo stanziamento di 3,3 milioni di euro per il superamento da attuarsi entro la fine del 2021. Ma sarebbe più corretto dire, era previsto.

Dopo il servizio televisivo, la Asl ha chiesto la bonifica dell’area o lo sgombero dei suoi abitanti per la tutela della salute pubblica. Secondo un prevedibile effetto domino è seguito l’annuncio dal Campidoglio di portare le ruspe sull’area F e il placet della Regione Lazio. Poi, come in un film già visto nel passato, il video della sindaca Raggi alle porte dell’insediamento, le lettere di segretari di partito, le dichiarazioni sui social… Qualcuno, come l’ex sindaco di Pomezia, il Comune vicino al “villaggio”, è arrivato a suggerire per gli adulti del “villaggio”, tutti, nessuno escluso, l’inserimento «in strutture di recupero ed educative a lungo termine da cui non possano uscire fino a che non dimostrino di avere rispetto per le persone, per il lavoro, per il nostro Paese e per le nostre tradizioni».

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