37 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sequestrati 460 milioni di euro di beni a Balini, imprenditore legato ai clan di Ostia e ai narcos

Mauro Balini era già stato arrestato nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni. Il sequestro del suo immenso patrimonio è diventato effettivo dopo la pronuncia della Corte di Cassazione.
A cura di Natascia Grbic
37 CONDIVISIONI
Immagine

Un valore stimato di oltre 460 milioni di euro: l'ingente patrimonio di Mauro Balini, l'imprenditore ex presidente del Porto turistico di Roma, è passato ora definitivamente nelle mani dello Stato. I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione questa mattina a un decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello e divenuto definitivo dopo la pronuncia della Corte di Cassazione, che ha dato il via libera alla confisca del patrimonio mobiliare e immobiliare. La prima confisca dei beni era già avvenuta nel 2019: Balini aveva provato a presentare un appello contro la decisione del Tribunale, ma la Cassazione si è pronunciata favorevolmente per l'acquisizione da parte dello Stato. I beni in possesso di Balini, è emerso dalle indagini, sono sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, senza contare la loro provenienza, che non sarebbe frutto di onesto lavoro.

Mauro Balini, i rapporti con clan e narcotraffico

Mauro Balini è stato arrestato nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni. Secondo le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia e delle fiamme gialle, Balini aveva accumulato un patrimonio enorme, pari a 460 milioni di euro, che non corrispondeva ai redditi dichiarati. Dalle indagini è emerso come Balini si avvalesse di prestanome compiacenti o di membri della sua famiglia per operazioni societarie e immobiliari compiute sempre con capitali di dubbia provenienza. L'inchiesta che ha portato all'arresto di Balini ha mostrato i consolidati rapporti dell'imprenditore con il clan Fasciani, con il clan Spada e con elementi di spicco del narcotraffico. L'imprenditore dava 5mila euro al mese alla moglie di Roberto Gordiani, boss del clan dei Fasciani. Il parcheggio del Porto turistico era inoltre affidato a un uomo degli Spada, mentre il bar di uno stabilimento sarebbe dovuto andare a una figura di spicco del narcotraffico sul litorale romano.

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views