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Scomparsa Denisa Maria Adas: nella chat con altre escort aveva parlato di “un uomo pericoloso”

Al setaccio ogni possibile elemento per scoprire che fine abbia fatto Denisa Maria Adas, l’escort 30enne scomparsa sei giorni fa a Prato dove era arrivata per incontrare dei clienti da Roma. I segnali di pericolo in una chat con delle colleghe.
A cura di Redazione Roma
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Gli inquirenti non nascondono apprensione per la sorte di Denisa Maria Adas, consapevoli che ogni ora che passa non solo allontanano la speranza di ritrovarla, ma anche di conoscere la verità su quanto accaduto. Di origine romena ma residente a Roma da tempo, 30 anni, di professione faceva l'escort. Viaggiava spesso per lavoro, per incontrare clienti sparsi per l'Italia che la contattavano principalmente tramite il portale "Escort Advisor" dove era conosciuta con lo pseudonimo di Alexandra. Di lei non sa più nulla dalla notte tra giovedì 15 e venerdì 16 maggio, quando era a Prato per incontrare dei clienti.

Secondo quanto si apprende dagli investigatori, al vaglio ci sarebbe proprio una chat con delle colleghe, in cui la 30enne diceva di dover incontrare "un uomo pericoloso". Ulteriore allarme viene dalla testimonianza di un'amica, che l'avrebbe sentita dire poco prima di sparire "se mi trovano mi ammazzano", durante una conversazione telefonica.

Ieri la scientifica è arrivata nella stanza 101del residence in via Ferrucci a Prato dove non è mai rientrata, mentre la macchina è stata trovata lì dove si trovava da alcuni giorni, all'ingresso del residence senza che dal suo arrivo fosse mai stata mossa. Ora gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, anche se quella dell'allontanamento volontario non sarebbe suffragata da nessun elemento. L'ultimo cliente ha lasciato la stanza alle 23.35, è stato ripreso da una telecamera della zona, da quel momento non risultano esserci tracce utili a capire che fine abbia fatto la donna. Per ora si indaga per sequestro di persona.

All'interno della stanza passata al setaccio ieri dalla scientifica, vi erano ancora scarpe e vestiti riposti nell'armadio, trucchi lasciati in giro, la chiave nella toppa dalla parte dell'interno. Ma all'appello mancava un trolley e la borsa, tutti gli effetti personali come documenti e telefoni cellulari. I due telefoni di Denisa Maria Adas da quella notte spenti. Gli inquirenti cercano una risposta a una domanda cruciale: la escort è stata costretta a lasciare la stanza da qualcuno contro la sua volontà, oppure è stata attirata da qualche parte con l'inganno? Quel che è certo è che la donna avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio verso il Nord dove aveva altri clienti con degli appuntamenti fissati. Appuntamenti a cui non è però mai arrivata.

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