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Sciopero dei taxi a Roma martedì 10 ottobre 2023, gli orari e i motivi della protesta

Previsto uno stop di 24 ore alla circolazione delle auto bianche in tutta la Capitale per protestare contro l’approvazione del nuovo decreto Asset, che prevede l’aumento delle licenze.
A cura di Simone Matteis
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Previsto per domani, martedì 10 ottobre 2023, uno sciopero dei taxi a Roma per la durata di 24 ore. Stop alle auto bianche per tutta la giornata, in segno di protesta contro l'approvazione del decreto Asset con il quale, la scorsa settimana, il Parlamento ha introdotto la possibilità di ampliare le licenze di guida dei taxi fino al 20% di quelle attualmente in vigore. Prevista tra le 11 e le 15 una manifestazione di protesta davanti alla sede del ministero dei Trasporti, a corso d'Italia.

Gli orari dello sciopero dei taxi a Roma il 10 ottobre 2023

Dopo lo sciopero dei trasporti pubblici in atto proprio in queste ore a Roma, prevista un'altra giornata di disagi per la mobilità nella Capitale con lo sciopero dei taxi indetto da Usb, Orsa e Fast Confsal. Lo stop alla circolazione delle auto bianche durerà per 24 ore, quindi per tutta la giornata di martedì 10 ottobre 2023: "La causa scatenante è il decreto Asset, un provvedimento omnibus predisposto non a caso nel periodo estivo, con tempi di approvazione contingentati, 60 giorni", spiegano dal sindacato con una nota.

Le motivazioni della protesta

A scatenare le proteste dei tassisti in tutta Italia è l'approvazione del nuovo decreto Asset, con il quale il governo punta a fornire una soluzione alla carenza di auto bianche in risposta all'aumento strutturale della domanda, considerato anche il ritorno ai flussi turistici dell'epoca pre covid e il fatto che proprio la pandemia è stata tra i principali fattori di calo della disponibilità dei taxi.

Con il decreto sarà possibile per oltre 60 comuni italiani, siano essi capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, ampliare il numero di licenze fino al 20% di quelle già rilasciate attraverso un concorso straordinario e una procedura burocratica più snella e accessibile. Contrari all'incremento delle licenze sono però i tassisti, che attraverso i sindacati si scagliano contro il decreto: "Inopportuno è la definizione più elegante per questo decreto e ce ne renderemo conto quando con il più classico scaricabarile gli enti locali e il governo si rimpalleranno le responsabilità dell'incremento delle licenze senza nessun dato concreto".

Le rivendicazioni dei tassisti nascono dal fatto che un aumento delle licenze rischia di innescare un processo di svalutazione, in considerazione del mercato di valorizzazione delle licenze che spesso finiscono al centro di compravendite molto importanti, nella scala di diverse migliaia di euro.

A Roma non bastano 7.700 taxi

Oltre alla possibilità di indire bandi straordinari per l'incremento delle licenze, il decreto Asset permette anche di rilasciare licenze aggiuntive temporanee a tassisti o guidatori con licenza Ncc in casi di aumento straordinario della richiesta, per esempio in previsione di grandi eventi come il Giubileo 2025 o le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Il decreto, tuttavia, non sembra aver trovato terreno fertile neanche tra le maglie della politica, soprattutto nella Capitale: il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, lo ha definito un provvedimento "fatto male ed inutilizzabile" innescando così un duro botta e risposta tra il Campidoglio e il Ministero dei Trasporti. A scatenare il malcontento del primo cittadino romano il fatto che col nuovo iter previsto dal decreto non sarà più previsto che il 20% dei soldi derivanti dall'acquisto delle licenze finisca nelle casse del Comune.

Nei grandi centri urbani di tutta Italia si contano circa 22mila licenze e a Roma sono circa 7.700: la ripresa del turismo e i grandi eventi come la recente Ryder Cup di Golf a Marco Simone hanno messo in luce la gravità della situazione, mostrando come si tratti di un numero del tutto insufficiente per far fronte a una domanda costantemente in crescita.

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