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Perché a Roma è diventato impossibile prendere un taxi da Termini e da Fiumicino

Trovare un taxi a Roma è diventata un’impresa disperata, soprattutto in questi giorni in cui si sta svolgendo la Ryder Cup di golf.
A cura di Enrico Tata
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A Roma circolano circa 7.700 taxi ufficiali e mille Ncc. Cioè 2,8 per ogni abitante. Meno di Madrid e Barcellona, per esempio, ma in linea con i dati di altre capitali europee come Londra e Parigi. Non sono, quindi, i numeri della auto bianche circolanti a spiegare perché nella Capitale è diventato impossibile, in queste ore, trovare e prendere un taxi, soprattutto all'aeroporto di Fiumicino e alla stazione Termini, dove le file sono lunghe e interminabili.

Come hanno fatto notare più volte i sindacati dei tassisti, le città spagnole sono un'eccezione per quanto riguarda il numero dei taxi. A Roma, come detto, circolano gli stessi taxi di Parigi e Londra, ma in queste due città circolano meno automobili private e il servizio di trasporto pubblico è molto più utilizzato che nella Capitale. In più, in questi mesi a Roma la Metro A si ferma in anticipo alle ore 21 per i lavori di sostituzione dei binari.

A questo, come ha ricordato l'assessore capitolino alla Mobilità, Eugenio Patanè, va aggiunto il problema delle licenze. Troppo poche anche in vista del Giubileo del 2025. In attesa di un intervento dell'esecutivo, il Campidoglio aveva tentato di trovare una soluzione proponendo ai tassisti il meccanismo della doppia guida, cioè utilizzare la stessa macchina in più persone, in modo da raddoppiare i turni. A questa iniziativa, però, hanno aderito soltanto poche decine di tassisti.

In queste ore, inoltre, il problema taxi è diventato ancora più evidente a causa della Ryder Cup di golf, in programma a Marco Simone, estrema periferia Nord di Roma. Il prezzo calmierato a 75 euro ha determinato lo spostamento di molte auto al golf club, lasciando scoperte stazioni e aeroporti. Tanto che Aerporti di Roma ha risposto così su Twitter a chi chiedeva spiegazioni per la mancanza di auto bianche: "Come gestore aeroportuale garantiamo tutto il nostro impegno nella gestione degli accosti dei taxi, tuttavia la disponibilità di vetture taxi in aeroporto, come in città, dipende dalla volontà del singolo tassista di coprire il turno assegnato e definito".

Secondo Patanè il primo obiettivo è quello di capire quanti taxi servono realmente per la città di Roma. Ha spiegato l'assessore in un'intervista al Corriere della Sera:

"Dobbiamo trovare il punto di equilibrio tra la necessità di soddisfare la domanda quando aumenta e non lasciare le macchine ferme ai parcheggi quando cala. A Termini bisognerebbe introdurre un turno logistico, facendo convergere nel piazzale della stazione un congruo numero di taxi nei momenti in cui non ci sono: dopo le 22.30 e fino a mezzanotte/l'una, quando le Frecce scaricano gli ultimi passeggeri, il sabato e la domenica sera, quando piove… Un altro elemento anacronistico è l'impossibilità di monitorare quanti taxi circolano a Roma, salvo quelli che passano sotto le telecamere della Ztl, mentre il tracciamento di tutti gli altri mezzi di trasporto pubblico è puntuale e capillare".

"Noi come organizzazione abbiamo detto partiamo con 300 licenze più su Roma, basta però che non si sparino numeri a caso. Poi vediamo gli effetti, se ne servono altre ne rilasceremo altre", ha risposto Loreno Bittarelli, presidente 3570 e dell'Unione Radiotaxi d'Italia, a 24 Mattino su Radio 24.

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