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Sapienza, studenti smontano panchina rossa: “Contro la violenza sulle donne vogliamo centri non spot”

Smontata e buttata nel cestino la panchina rossa inaugurata oggi all’università di Roma La Sapienza. “Ecco cosa ne pensiamo: nell’indifferenziata – scrivono dal collettivo Zaum – Non vogliamo le panchine, ci vogliamo vive”.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto dal profilo Instagram di zaum.sapienza.
Foto dal profilo Instagram di zaum.sapienza.

A poco più di una decina di giorni dal 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, alla Sapienza si torna a parlare di violenza contro le donne. Per la mattinata di oggi, alle 10, è stato organizzato un evento per l'inaugurazione della panchina rossa donata dall'AS Roma sul viale pedonale della città universitaria, simbolo della violenza di genere. L'iniziativa ha visto la presentazione ufficiale alla presenza di alcuni delegati dell'As Roma, la magnifica Rettrice Antonella Polimeni e il sindaco Roberto Gualtieri.

L'evento, però, è stato contestato dagli e dalle studenti del collettivo Zaum che con altre realtà studentesche della Sapienza, dai collettivi di facoltà alla laboratoria transfemminista, hanno espresso chiaramente il proprio dissenso. "Le panchine rosse non bastano – dicono dal collettivo a Fanpage.it –  In università abbiamo un centro antiviolenza. A Roma Tre ce ne è un altro gestito da Lucha y Siesta, forse presto verrà chiuso. Cosa ce ne facciamo delle panchine rosse?".

Presenti al momento dell'azione anche poliziotti della Digos: "Sono gli stessi che ci hanno minacciato il 25 novembre: ci ritroviamo in università le facce che stesse facce che ci picchiano in piazza – continuano – Mentre le istituzioni, come la rettrice e il sindaco, ci voltano le spalle". Sono una cinquantina le persone, andate contro la panchina, identificate dalla polizia tramite i sistemi di videosorveglianza dell'ateneo.

Il racconto del blitz femminista alla Sapienza

Così, per la stessa ora della presentazione, è stato deciso di far partire una contro manifestazione da parte del collettivo Zaum, Zone Autonome-Università e Metropoli. "Non vogliamo panchine rosse, noi ci vogliamo vive". Il piccolo corteo, con cartelli e striscioni di solidarietà alla casa delle donne di Lucha y Siesta, si è concluso con la distruzione della panchina rossa appena inaugurata. "Questo è quello che pensiamo delle panchine rosse: che debbano andare nell'indifferenziata". Gli e le studenti hanno svitato le tavole in legno colorato e le hanno fatte finire dentro ai cestini.

Le richieste degli e delle studenti

"Vogliamo più centri antiviolenza, vogliamo più sportelli d'ascolto e vogliamo l'educazione sessuoaffettiva nelle scuole, non panchine – continuano a spiegare a Fanpage.it dal collettivo – Ci promettono tavoli di discussione, poi non ci ascoltano mai. Ci dicono che mancano i fondi per i centri antiviolenza, ma poi senza fatica ne trovano altri, come per l'inceneritore. Il sindaco chiede ad Atac di schierarsi come parte civile per Lucha y Siesta, regala panchine. Ma a parte un po' di pinkwashing, cosa fa realmente per la prevenzione e la tutela delle donne?"

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